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"Aldo Carpi. Arte, vita, Resistenza"

nelle sue opere l'orrore della deportazione

Dal 29 aprile al 29 maggio si potrà visitare a Milano, al Memoriale della Shoah e nella Sala Napoleonica dell'Accademia di Brera, la mostra «Aldo Carpi. Arte, vita, Resistenza», dedicata alle opere del pittore, che fu docente e direttore della celebre Accademia di belle arti. 

La storia di Carpi, deportato a Gusen nel 1944, è stata ricostruita nel reportage di Antonio Ferrari e Alessia Rastelli sul Corriere della Sera con le immagini delle opere dell'artista che, tra i pochi sopravvissuti del campo, a rischio della vita riuscì a documentare in un diario la tragica esperienza della deportazione. I due giornalisti ripercorrono la vita del pittore e ne descrivono il grande coraggio: 

Il giorno di Natale del 1944, per la prima volta, il pittore decise di osare l’impossibile. Sapeva benissimo che vi era il divieto assoluto – pena la vita – di scrivere e di annotare qualsiasi cosa all’interno del campo di sterminio: nomi, vicende, dettagli, coordinate, anche semplici e personalissime emozioni. Servendosi di ricette mediche e foglietti di fortuna, cominciò a scrivere il suo Diario di Gusen, sotto forma di lettere indirizzate alla moglie Maria.

Deportato a causa della delazione di un collega di Brera, non per le sue origini ebraiche ma per aver difeso una giovane studentessa israelita, Carpi non smise mai di ricordare al mondo le atrocità di quegli anni, rimaste impresse nei suoi dipinti e disegni.

Nel box approfondimenti, la storia di Ferdinando Valletti che a Gusen conobbe e aiutò il pittore. 

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