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Giovanni XXIII promotore di unità

il mondo cattolico nell'anniversario della scomparsa

Giovani XXIII è stato nella sua vita un uomo di grande bontà. "Fu questo indubbiamente un tratto distintivo della sua personalità, che gli permise di costruire ovunque solide amicizie e che risaltò in modo particolare nel suo ministero di Rappresentante del Papa, svolto per quasi tre decenni, spesso a contatto con ambienti e mondi assai lontani da quell'universo cattolico nel quale egli era nato e si era formato. Proprio in quegli ambienti egli si dimostrò un efficace tessitore di relazioni ed un valido promotore di unità, dentro e fuori la comunità ecclesiale, aperto al dialogo con cristiani di altre Chiese, con esponenti del mondo ebraico e musulmano e con molti altri uomini di buona volontà. ".

Così si è espresso Papa Francesco nella basilica di San Pietro, accogliendo duemila fedeli giunti a Roma per celebrare il 50esimo anniversario della scomparsa di Giovanni XXIII.

L'Anno giovanneo è stata l'occasione per riflettere sulla figura di Papa Roncalli e sulla sua candidatura a Giusto tra le Nazioni, proposta dalla Fondazione Wallenberg a Yad Vashem già nel 2011. 

Il tema ha aperto un dibattito internazionale, nel quale si sono inseriti diversi esponenti del mondo cattolico. Dalle pagine de ilsussidiario.net, Sante Maletta scrive:


Ma perché Roncalli non è stato ancora riconosciuto come Giusto tra le Nazioni da parte dello Yad Vashem? Secondo i responsabili della International Raoul Wallenberg Foundation l'ostacolo principale sarebbe il rapporto di Roncalli con Pio XII, la cui opera è ancora oggetto di controversia. [...] Mi limito ad auspicare che la ricerca sull'opera di salvataggio degli ebrei durante la Shoah non si limiti più a indagare i meriti dei singoli individui con il lodevole intento di celebrarne la memoria, ma si allarghi alla ricostruzione delle reti di assistenza e del contesto sociale che le sosteneva. Salvare una vittima in genere richiedeva infatti la collaborazione tra vari individui e istituzioni che operavano più o meno clandestinamente.


Maletta si richiama a un altro articolo comparso su ilsussidiario.net, firmato da Matteo Luigi Napolitano, che analizzava proprio il "caso" Pio XII sostenendo che "molti tra i cattolici si trovarono a essere riconosciuti Giusti tra le Nazioni, non solo per il loro eroismo personale (magari anche casuale), ma anche perché erano certi che il Papa e la Chiesa cattolica, cui essi appartenevano, stavano cercando di salvare il maggior numero di ebrei possibile dallo sterminio".


Giovanni XXIII Giusto tra le Nazioni? Il dibattito è destinato a proseguire.

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