"La mia mente, il cuore, la ragione e la passione sono innervate di libertà assoluta. Ecco perché, come giornalista e come incrollabile sostenitore dei valori europei, provo orrore per quanto è accaduto mercoledì a Parigi, con il brutale massacro dei colleghi di Charlie Hebdo. Non ci sono giustificazioni, non ci sono se e non ci sono ma. Distinguiamo però tra buonismo e senso di responsabilità, di quella responsabilità che sembra un valore perduto. L'attrazione viscerale per i giudizi sommari è pericolosissima". Così scriveva Antonio Ferrari, editorialista del Corriere della Sera, subito dopo i fatti di Parigi.
Abbiamo quindi chiesto a Ferrari di parlarci del limite tra libertà di espressione e sensibilità dell'altro, delle reazioni all'attacco alla redazione di Charlie Hebdo e del rapporto tra libertà di espressione e reato di opinione quando si discute di negazionismo.