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​"Lo sterminio degli ebrei precedette l'incontro Hitler- Husseini"

Haaretz passa in rassegna la storiografia sulla Shoah

Ofer Aderet ha scritto su Haaretz del 22 ottobre 2015 che "L’asserzione di Netanyahu che, fino all'incontro con il Muftì di Gerusalemme, Hitler non voleva sterminare gli ebrei non rispecchia quanto realmente accaduto". Lo dice l'ampia storiografia che si è sviluppata intorno all'Olocausto e in particolare all'incontro tra il dittatore di origine austriaca e Haj Amin Husseini. Presentiamo tradotto l'articolo di Aderet che riporta i contributi degli storici al dibattito che la frase di Netanyahu ha rinfocolato. 

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha suscitato le proteste del pubblico e degli storici martedì, quando ha dichiarato che il Muftì di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, era la persona che ha seminato l’idea di sterminare gli ebrei del mondo nella mente di Adolf Hitler. Il dittatore nazista, ha detto Netanyahu, non aveva alcuna intenzione di uccidere gli ebrei, ma solo di espellerli, prima di parlare con Husseini.

Con il suo discorso al Congresso Sionista Mondiale a Gerusalemme, Netanyahu è entrato nel vivo di un annoso dibattito tra storici del periodo della Shoah sui reali intenti di Hitler, che cosa decise e quando.

Netanyahu ha descritto nel suo discorso un incontro tra Husseini e Hitler avvenuto il 28 novembre 1941: “Hitler non voleva sterminare gli ebrei a quel tempo, ma espellerli, e Haj Amin al-Husseini andò da Hitler e disse:’Se li espelli verranno tutti qui [in Palestina]’. Secondo Netanyahu, Hitler allora domandò: ‘Che cosa dovrei fare con loro?’ e il muftì replicò: ‘Bruciali’”.

La domanda “Che cosa dovrei fare con loro?” e la risposta, che implicava che Husseini fosse la persona che convinse Hitler a dare avvio alla Soluzione Finale, è la questione politica più controversa. Il fatto è che lo sterminio sistematico degli ebrei da parte dei nazisti e dei loro collaboratori era già iniziato mesi prima dell’incontro tra Hitler e Mussolini.

Gli storici sono profondamente divisi sulla questione di ciò che Hitler intendesse fare e quando abbia raggiunto quelle decisioni: se lo sterminio fosse parte di un piano organizzato preparato con grande anticipo quando era all’inizio della sua ascesa politica, o se tale decisione sia stata presa solo molto più tardi, durante la guerra, come reazione ad altri eventi.

Secondo una scuola di pensiero storiografico, nota come approccio “istituzionalista”, Hitler formulò la Soluzione Finale ben prima, negli anni ’30. Questo punto di vista contraddice le pretese di Netanyahu, e questi storici interpretano il discorso di Hitler del 30 gennaio 1939 al Reichstag come dichiarazione d’inizio degli eccidi. Nel suo discorso Hitler disse: “Oggi sarò ancora una volta un profeta: se la finanza ebraica internazionale in Europa e fuori dovesse riuscire a fare sprofondare le nazioni ancora una volta in una guerra mondiale, allora il risultato non sarà la bolscevizzazione della terra, e quindi la vittoria dei giudei, ma l’annientamento della razza ebraica in Europa!”.

Una differente scuola storica, l’approccio “funzionalista”, afferma che nessun ordine ufficiale chiaro e univoco, concernente l’inizio della Soluzione Finale, sia stato mai ritrovato. La Conferenza di Wannsee, tenuta il 20 gennaio 1942, aveva a che fare con le questioni pratiche di attuare lo sterminio, ma quella in sé non fu la data o il forum in cui la decisione sulla Soluzione Finale fu presa.

Che lo sterminio fosse parte di una Soluzione Finale pianificata e calcolata in precedenza o che abbia preso piede da tante “soluzioni locali”, in pratica lo sterminio di massa dell’ebraismo europeo iniziò soltanto dopo l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica del 22 giugno 1941 – pochi mesi prima dell’incontro tra Hitler e Husseini.

Gruppi d’assalto SS accompagnarono le truppe della Wehrmacht in Unione Sovietica, e per la fine del 1941 avevano già assassinato centinaia di migliaia di ebrei – uomini, donne e bambini. Ci sono storici esperti di quel periodo che pensano che fosse semplicemente il primo passo di ciò che sarebbe evoluto più tardi in Soluzione Finale, compresa di campi di sterminio. Ma come il prof. Saul Friedländer ha scritto nel suo libro “Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945)” sembra ancora che i tedeschi non vedessero ancora questa fase come parte di un piano complessivo per sterminare tutti gli ebrei d’Europa.

Indipendentemente dal dibattito storiografico, in pratica – anche qualora Hitler non avesse ancora deciso di sterminare gli ebrei di tutto il mondo, come ha dichiarato Netanyahu – fu solo nell’estate 1941 che i tedeschi iniziarono a portare avanti l’eccidio sistematico degli ebrei in regioni strappate ai sovietici.

Per esempio, nel giugno 1941 circa 5.000 uomini ebrei furono assassinati a Paneriai, un quartiere periferico di Vilnius, in Lituania. Questo fu il primo di una serie di atti di sterminio che proseguirono per tutta l’estate e l’autunno, scrive Friedländer, aggiungendo che a partire da agosto anche le donne e i bambini furono uccisi. Sembra che l’obiettivo dei tedeschi in questa fase fosse lo sterminio di tutti quegli ebrei che erano inabili al lavoro, dice. In prima battuta furono uccisi solo gli uomini ebrei, poi abbastanza presto anche tutti gli altri ebrei, in modo indiscriminato. Tali eccidi furono portati avanti dai gruppi di assalto e di uccisione mobili e da altre unità delle SS, come pure da numerosi battaglioni della Ordnungspolizei (la polizia nazista). Tutte quelle unità furono aiutate dall’inizio da gruppi locali, e più tardi da unità di supporto della popolazione locale organizzate dai tedeschi – e a volte anche dalle truppe della Wehrmacht regolari, dice Friedländer.

Gli esempi non mancano affatto. Ai primi di agosto, Heinrich Himmler, il comandante delle SS, ordinò la distruzione della popolazione ebraica di Pinsk in Bielorussia. Circa 24.000 ebrei vennero assassinati prima dell’annessione della Galizia orientale al nuovo governo della Polonia controllato dai nazisti il 1° agosto. Più tardi, truppe delle Waffen SS eliminarono a colpi di fucile circa 900 ebrei vicino a Kiev. Il 29 settembre, due mesi prima dell’incontro tra Husseini e Hitler, i tedeschi fucilarono 34.000 persone di Kiev a Babi Yar. Il 12 novembre 1941, due settimane prima dell’incontro, Himmler ordinò l’assassinio di 30.000 ebrei dal ghetto di Riga.

Oltre un mese prima dell’incontro tra Hitler e Husseini, Hitler iniziò a menzionare esplicitamente la “distruzione degli ebrei” ancora una volta, per esempio il 19 e il 25 ottobre. In una delle sue frasi più conosciute di quel periodo, Hitler disse che i suoi soldati avrebbero reso un servizio all’umanità sterminando la pestilenza rappresentata dagli ebrei.

Così, che cosa fu detto esattamente nell’incontro tra Hitler e Husseini? Friedlander scrive che Hitler chiarì al suo ospite arabo che la lotta della Germania contro gli ebrei sarebbe stata “senza compromessi” e anche diretta agli ebrei che vivevano in Palestina.

Hitler è citato nelle minute dell’incontro per avere detto a Husseini che avrebbe “portato avanti la battaglia fino alla distruzione totale dell’impero giudaico-comunista in Europa”. Inoltre aggiunse che “la Germania era determinata, passo dopo passo, a chiedere a una nazione dopo l’altra di risolvere la sua ‘questione ebraica, e nei tempi giusti per rivolgere un simile appello anche alle nazioni non-europee”.

Le affermazioni di Netanyahu hanno rapidamente suscitato una tempesta sui social network, anche se il primo ministro aveva fatto una simile dichiarazione in un discorso della Knesset nel 2012, quando aveva descritto Husseini come “uno dei primi artefici della Soluzione Finale”.

La pretesa che Husseini fosse stato l’iniziatore dello sterminio dell’ebraismo europeo è stata avanzata da un certo numero di storici ai margini della ricerca sull’Olocausto, ma è rifiutata dalla maggior parte degli studiosi accreditati.

L’argomentazione concernente il ruolo di Husseini è stata recentemente citata in un libro di Barry Rubin e Wolfgang G. Schwanitz, Nazis, Islamists, and the Making of the Modern Middle East (I nazisti, gli islamisti e la formazione del moderno Medio Oriente). Gli autori, come Netanyahu, tracciano una linea netta tra il supporto del muftì a Hitler e la politica della Organizzazione per la Liberazione della Palestina sotto Yasser Arafat.

Ma nemmeno questi due ricercatori pretendono che il dialogo descritto da Netanyahu abbia mai avuto luogo. Dicono che Hitler aveva raggiunto la conclusione di sterminare gli ebrei per il suo desiderio di blandire Husseini, che si opponeva al trasferimento degli ebrei nell’Israele pre-stato.

Lo storico vincitore dell’Israel Prize Prof. Yehuda Bauer ha severamente criticato i commenti di Netanyahu di mercoledi. Bauer, un professore emerito di studi sulla Shoah alla Hebrew University di Gerusalemme nonché consigliere accademico del memoriale dell’Olocausto di Yad Vashem, ha detto ad Army Radio: “Non sto dicendo che il muftì non fosse un antisemita.. era il più estremista degli antisemiti. È tutto vero, ma questa storia come se Hitler avesse ricevuto l’ispirazione dal muftì è del tutto idiota”.

Per quanto riguarda la distorsione della storia operata da Netanyahu, Bauer ha detto: “Penso che stia semplicemente cercando di creare una sorta di immagine completamente assurda, che continua dal periodo degli anni ’20 fino ai nostri tempi senza soluzione di continuità e senza alcun fatto che la comprovi. È priva di fondamento”.

Quando gli è stato chiesto se le dichiarazioni di Netanyahu su Hitler che chiedeva a Husseini che cosa fare degli ebrei fossero corrette, Bauer ha dichiarato che non è mai successo. “Hitler non ha posto domande. Non aveva bisogno che gli arabi gli dicessero che cosa fare”.

Anche il Prof. Meir Litvak, uno storico all’università di Tel Aviv, ha criticato le osservazioni di Netanyahu. “È una menzogna con gli estremi della distorsione storica ed è vergognosa, perché ciò che viene fatto è la riduzione di Hitler e la sua presentazione in una luce più positiva del vero, e inoltre indica una comprensione piuttosto volgare dei processi storici”, ha detto ad Army Radio.

Hitler non aveva bisogno che Husseini lo convincesse,” ha detto Litvak. “Hitler ha parlato dello sterminio degli ebrei in un famoso discorso del 1939 in cui aveva predetto che se fosse scoppiata una guerra a causa degli ebrei, il risultato sarebbe stato la distruzione della razza ebraica. Ripeté queste dichiarazioni più volte”.

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