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​Quando Bronislaw Huberman scritturò Toscanini

nel piano grandioso che salvò mille ebrei e fondò gli enti musicali di Israele

Erano stati i molti amici esuli dalla Germania ad avvisare Toscanini dei tentativi di Hitler di sfruttare la sua fama per rafforzare la potenza nazista. E furono sempre amici esuli di fede ebraica come Huberman ad accompagnarlo nell’avventura musicale e umana che l’avrebbe portato a dirigere l’Orchestra di Palestina, grande simbolo dell’amore del Maestro per il popolo ebraico.

Bronislaw Huberman, un violinista polacco, patito della musica di Toscanini, come molti musicisti ebrei era riconoscente al Maestro per non aver voluto partecipare al festival wagneriano di Bayreuth nel 1933. Nell’estate di quell’anno, mentre si trovava, proprio come il grande direttore d’orchestra, in villeggiatura sul Lago Maggiore, gli venne in mente che Toscanini avrebbe potuto fare risuonare con più forza la sua protesta contro Hitler andando a suonare nella “libera” Austria, adiacente alla Germania.

Dopo aver compiuto una breve trasferta a Vienna per consultare alcuni amici – tra cui un ministro – Huberman si recò dal Maestro, che accettò immediatamente di dirigere la Wiener Philarmoniker quell’autunno.

L’esperienza musicale di Toscanini a Vienna fu degna di nota. Il Maestro conosceva l’orchestra della capitale austriaca da vent’anni, ma solo con la sua direzione avvenne l’inaspettato, e cioè che i musicisti ripassassero le loro parti come non accadeva più dai tempi della direzione di Gustav Mahler

“Toscanini ci rende superiori a noi stessi”, scrissero dei testimoni. Eppure dovette sempre confrontarsi con il senso di superiorità dei razzisti dell’epoca. E il clima andò peggiorando perché, nonostante i grandi successi della Filarmonica diretta dal Maestro in tutta Europa e negli USA, l’arte era sempre più nel mirino degli estremisti. In Austria nel 1934 fu ucciso il cancelliere Dollfuss, e nonostante la volontà ufficiale di commemorarlo con la buona musica, da quel momento in poi Toscanini incontrò ostacoli di ogni tipo. Anche i soggiorni in Italia divennero per Toscanini sempre più sgradevoli, a causa dei divieti che il regime andava imponendo. Per Toscanini, dato che al clima pesante si aggiungevano gli omicidi degli antifascisti, compresi alcuni suoi collaboratori, era giunto il momento di agire. 

In aprile fu il primo firmatario un telegramma diretto a Hitler contro il boicottaggio dei musicisti ebrei. Berlino inasprì il trattamento di quelle persone, ma Toscanini, grazie alla conoscenza di Winifred Wagner, la vedova del musicista antisemita, ebbe almeno l’opportunità – da lui deprecata – di vedere alcuni provvedimenti nazisti discussi ai massimi livelli. Toscanini rinunciò questa volta per sempre a celebrare Wagner agli annuali festival di Bayreuth.

E in capo al 1936, arrivò anche il gesto simbolico che più contribuì ad affermare la grande dignità del popolo ebraico e della resistenza morale a Hitler: fu organizzata anche la tournée “israeliana” che vide la nascita dell’Orchestra di Palestina. Huberman aveva coinvolto Toscanini nell’impresa perché aveva in mente un programma molto ampio: salvare i musicisti ebrei; fondare l’Orchestra di Palestina formata da ebrei esiliati dai regimi fascisti e nazisti anche come mezzo politico unico per combattere l’antisemitismo, che aveva visto all’opera nella sua nativa Polonia; donare cultura e musica agli ebrei che si andavano a stabilire nella Terra Promessa.

Bronislaw Huberman coinvolse nella sua opera di salvataggio non solo Toscanini, ma anche politici come il futuro presidente di Israele Chaim Weitzmann, alti funzionari nazisti, le famiglie degli artisti ebrei perseguitati di tutta Europa e perfino Albert Einstein. Il 26 dicembre 1936 quindicimila persone assistettero al debutto dell’Orchestra di Palestina diretta da Arturo Toscanini. Dodici anni più tardi la compagine sarebbe diventata l’Orchestra Filarmonica d’Israele portata alla grandezza da Leonard Bernstein, oltre che dai suoi componenti, che erano i migliori artisti del tempo.

Nel frattempo Huberman aveva continuato anche a servirsene come mezzo per ottenere il diritto all’espatrio e quindi alla salvezza per almeno un migliaio di musicisti ebrei tedeschi, ungheresi, polacchi e austriaci. La storia di Huberman e la piccola ma rilevante parte che vi ebbe Toscanini risplendono di umanità, e a fini storici e culturali illuminano il decennio che precede la nascita di Israele chiarendo sia da quali sofferenze scappavano gli ebrei d’Europa, sia lo spirito di pace che tutte le volte che hanno potuto hanno cercato di imprimere a una delle più giovani, ma più vitali democrazie del mondo. 

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