È il 16 ottobre del 1943, il "sabato nero" del ghetto di Roma.
Alle 5.15
del mattino le SS invadono le strade del Portico d'Ottavia e
rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini.
Destinazione: il campo di concentramento di Auschwitz. Dei 1024
deportati solo 15 uomini e una donna (Settimia Spizzichino) sono tornati a casa. Nessuno
dei bambini ha mai rivisto Roma.
Nel giorno della 69esima ricorrenza del rastrellamento diverse sono le
iniziative per commemorare l'accaduto. Il Presidente della Provincia di
Roma Nicola Zingaretti riconsegnerà alla comunità ebraica, riunita al
Palazzo della Cultura in via Portico d'Ottavia 5, i documenti sui
bambini romani deportati dai nazisti, rinvenuti presso gli archivi
dell'International Tracing Service di Bad Arolsen.
Verrà inoltre presentato il volume 16.10.1943. Li hanno portati via (a
cura del
Progetto Storia e memoria della Provincia di Roma, edito da
Fandango Libri), che raccoglie parte delle fotografie,
lettere e corrispondenze degli ebrei del ghetto. Parteciperanno
Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di
Roma, Riccardo Pacifici, Presidente della Comunita' Ebraica
di Roma, Susanne Urban, direttrice archivio storico ITS, Bad
Arolsen, e Umberto Gentiloni, responsabile Progetto Storia e
memoria Provincia di Roma.
L'anniversario della deportazione degli ebrei romani è stata scelta
anche per la presenzazione al Senato del Disegno di Legge a titolo
“Modifiche all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n.
654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio,
crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli
articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”. Tale
atto potrà dare l'avvio all'iter legislativo per la definizione di un reato
di negazionismo, considerato quale uno dei peggiori aspetti delle pratiche
razziste.