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"Sono Giuseppe, vostro fratello"

Baruch Tenembaum descrive la figura di Papa Roncalli

Il convegno internazionale del 29 aprile a Gerusalemme ha aperto il dibattito intorno alla figura di Papa Giovanni XXIII, grande amico del popolo ebraico e attivo durante la Shoah nel soccorso dei perseguitati. Abbiamo raggiunto Baruch Tenembaum, fondatore della International Raoul Wallenberg Foundation, che ha curato un dettagliato dossier per la candidatura del pontefice al titolo di Giusto tra le Nazioni.


Qual è stato il ruolo di Roncalli nella Shoah? Quali azioni ha compiuto in favore degli ebrei?

Roncalli ha fatto cose straordinarie per aiutare gli ebrei allora perseguitati. Prima in Turchia, poi in Bulgaria e Francia, si è speso per salvarli dallo sterminio.
Ad esempio a Istanbul aiutò gli ebrei dando loro certificati di conversione e cercando di acquisire informazioni sull’avanzata nazista nei Paesi europei. In Turchia transitavano ogni giorno navi piene di ebrei rifugiati, che lui andava a visitare al porto per dar loro un po’ di ottimismo. Diversi ebrei ottennero in questo modo da Roncalli certificati di immigrazione per la Palestina, dove riuscirono a fuggire e mettersi in salvo. Il suo aiuto agli ebrei perseguitati continuò anche in Francia, dopo la nomina nel 1944 come nunzio apostolico a Parigi. Gli ebrei francesi venivano deportati dai nazisti, ma Roncalli si spese per soccorrere i perseguitati.
Non va poi dimenticata la sua opera in favore della creazione dello Stato di Israele. A Roma infatti aiutò Moshe Sneh, rappresentante dell’Agenzia ebraica, in occasione del voto della risoluzione ONU sul piano di partizione. Secondo quanto raccontato dallo stesso Sneh al suo segretario Zaban, Roncalli convinse il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Tardini, a fare pressione sull’America latina affinché gli Stati votassero in favore della risoluzione per la creazione dello Stato di Israele.


Quale fu invece il legame di Roncalli con la comunità ebraica durante il suo pontificato?

Roncalli fu il miglior papa per la comunità ebraica che la Chiesa cattolica abbia mai avuto. Quando assunse il papato, Roncalli indisse il Concilio Vaticano II, nel quale ordinò di cancellare le espressioni negative verso gli ebrei. L’atto più conosciuto è l’eliminazione dalla preghiera del venerdì santo della dizione “perfidi ebrei”.
E quando nell’ottobre del 1961 una delegazione di ebrei americani giunse al Vaticano per ringraziarlo dell’iniziativa di liberare la liturgia della Chiesa cattolica dalle frasi offensive per gli ebrei, venne accolta dall’abbraccio di Roncalli e dalle sue celebri parole “Io sono Giuseppe, vostro fratello”. Certo lui si chiamava Giuseppe, ma con questa frase ha voluto ricordare il momento in cui Giuseppe, figlio di Giacobbe, ritrovò i suoi fratelli in Egitto. Quindi Roncalli, riprendendo questo episodio, ha dimostrato di essere un grande amico degli ebrei.
E il nuovo Papa Francesco, che conosco personalmente, seguirà sicuramente il percorso che Roncalli ha avviato.


Sappiamo che nel 2011 la Fondazione Wallenberg ha sottoposto un dossier a Yad Vashem per la candidatura di Angelo Roncalli come Giusto tra le Nazioni. Avete ricevuto una risposta ufficiale?

No, ci è solo stato accennato che Roncalli non soddisfa le condizioni per il conferimento del titolo di Giusto tra le Nazioni. Sappiamo che ci sono criteri precisi per giudicare le candidature - specialmente dei diplomatici - ma noi crediamo che Roncalli abbia tutti i requisiti per ricevere questo titolo.
Alla conferenza che si è tenuta a Gerusalemme il 29 aprile scorso abbiamo ribadito l’importanza della sua opera in favore della comunità ebraica. Tutti gli ebrei hanno verso di lui un grande debito di riconoscenza e noi, in quanto organizzazione che si dedica a coloro che hanno salvato delle persone, riteniamo importante che sia riconosciuto come Giusto tra le Nazioni. Inoltre non siamo i primi a dichiararlo: anche il figlio del gran rabbino Herzog, diplomatico e rabbino a sua volta, ha scritto che Roncalli è da considerare un Giusto.
La nostra domanda a Yad Vashem tuttavia è ancora in sospeso. Il nostro sospetto è che a rallentare il riconoscimento come Giusto sia il fatto che nella sua azione come papa, dirigente religioso e Capo di Stato non ha agito contro i suoi superiori.


Come erano visti dalla Santa Sede gli interventi di Roncalli a favore degli ebrei e i suoi rapporti con l’Agenzia ebraica?

Come ho ricordato prima, Giovanni XXIII aveva una relazione eccellente con i membri dell’Agenzia ebraica. Tuttavia non possiamo sapere quale fosse la posizione della Santa Sede in proposito.
Molti si chiedono se Roncalli abbia agito su istruzione di Papa Pio XII. E immagino che questo sia uno degli elementi emersi nella valutazione su Giovanni XXIII di Yad Vashem, molto critico sulla figura del suo predecessore.

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