Yu Wensheng, famoso avvocato e difensore dei diritti umani cinese di 50 anni, è stato arrestato il 19 gennaio mentre accompagnava il figlio a scuola. Si trova ora in un luogo di detenzione segreto e congiunti e colleghi temono per lui.
A detta di questi ultimi, interpellati dal Guardian, sembra che il suo arresto sia un ennesimo atto di una "guerra alla professione legale" che la Cina starebbe combattendo a partire dal luglio 2015.
In pratica, gli avvocati verrebbero sempre più spesso presi di mira, con revoca delle loro licenze e spesso anche arresti, se osano protestare contro il regime comunista.
I legali infatti sono tipi di dissidenti formati sullo Stato di diritto, colti, capaci di articolare molto efficacemente le domande di democrazia e per questo sarebbero temuti dalle autorità cinesi.
Yu Wensheng in particolare aveva iniziato a protestare contro l'elezione a Presidente della Repubblica Popolare di Xi Jinping, sostenendo che "indire elezioni con un solo partito e un solo candidato non ha senso". Aveva scritto anche una lettera aperta per denunciare che lo stesso Xi Jinping era "inadatto alla sua carica", domandando le sue dimissioni, in ragione del fatto che il leader non avrebbe garantito alla Cina lo sviluppo dello Stato di diritto e della libertà di pensiero e di parola.
Yu aveva anche cercato di denunciare le autorità per alcuni casi di danno ambientale e aveva dichiarato allo stesso quotidiano inglese Guardian già nel 2015 che era "disposto a sacrificarsi, piuttosto che stare ad assistere passivamente alle malefatte del regime".