Dopo il caso di Litvinenko, ucciso con il polonio, un altro oppositore russo ha rischiato la morte per avvelenamento, un mese dopo aver fatto campagna in America affinché il Congresso USA rafforzasse le sanzioni contro Mosca previste dalla cosiddetta Legge Magnitski.
Si tratta di un provvedimento nato per colpire i responsabili della violenza politica contro i dissidenti, che reca il nome di un avvocato che era morto in carcere in Russia per le percosse subite. E la sua applicazione ancora più intensa era quanto chiedeva, secondo il New York Times, il dissidente Vladimir Kara-Murza durante un viaggio a Washington, che gli è valso la fama di traditore con il Cremlino.
Kara-Murza, dopo un mese dalle sue perorazioni in America, tornando in patria ha avuto un incontro che con qualcuno che, secondo i suoi medici curanti, gli ha versato nell'acqua un veleno capace di farlo ricoprire di sudore, vomitare ovunque e infine svenire e rimanere in ospedale, rischiando la vita.
Simili casi si stanno moltiplicando a Mosca. Quando il veleno non è quello che si inala o si ingerisce, o quello della persecuzione e dell'incarcerazione a carico di giornalisti scomodi, è quello della disinformazione, come in epoca sovietica.
Un altro articolo del New York Times denuncia infatti l'utilizzo di campagne di falsità sui social network, come avvenuto quando la Svezia si accingeva a votare una collaborazione con la Nato.
I rapporti con i Paesi vicini sono molto importanti per Vladimir Putin, che non ha esitato a invadere la Georgia nel 2008 per sventare la possibilità che l'ex repubblica sovietica si alleasse con il Patto atlantico. Quindi la repressione e la disinformazione hanno diversi obiettivi politici, sia interni che esterni. Nel mirino c'è quasi sempre una forma di opposizione ai piani del Presidente russo.
Azioni di turbativa del processo decisionale democratico si sono viste anche quando si è diffusa la voce che Mosca sostenesse Hillary Clinton per le presidenziali americane. In realtà pare che il Cremlino abbia fatto leva su simili dicerie per interferire con le elezioni USA. Paradossalmente, siccome "se persuadi una persona non hai bisogno di ucciderla", Mosca potrebbe difendersi dalle accuse di utilizzare metodi da regime totalitario sostenendo di usare dei mezzi di convincimento "soft" e "puliti". Ma è chiaro che questi comportamenti sia contro le persone che contro le istituzioni sono lesivi di valori come la dignità e la democrazia.