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Dall'Europa no al reato di negazionismo

per i crimini commessi dallo stalinismo

La Commissione Europea ha respinto una richiesta avanzata dai governi di Lituania, Lettonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Repubblica Ceca di proibire e perseguire in tutto il territorio dell'Unione la negazione dei crimini staliniani esattamente come avviene con la Shoah. 

Il problema è trovare un accordo sulle orrende violenze che hanno insanguinato l'Europa orientale sotto il comunismo. La Russia si oppone all'equiparazione tra i massacri staliniani e quelli hitleriani e anche gli storici sono divisi. Un punto cruciale è la stessa definizione di genocidio, che comprende i tentativi di eliminare gruppi etnici o religiosi, ma non classi sociali. Fu già l'Urss di Stalin, nel 1948, ad opporsi all'introduzione di questa categoria in sede ONU. Bruxelles non è quindi riuscita a trovare un accordo nemmeno sulla natura delle deportazioni nei Gulag. 

Un punto di debolezza della proposta era la posizione della Lituania, che si è distinta per aver minimizzato i crimini di Hitler: il suo Ministro degli Interni Stankeras ha definito la svastica "un simbolo importante per la Lituania" e l'Olocausto "una leggenda".

Critiche alla proposta provengono anche dal cacciatore di nazisti Efraim Zuroff, secondo cui "non si può paragonare la gente che immaginò e costruì Auschwitz a chi, pur con troppi crimini orrendi, liberò l'Europa dal nazismo".

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