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"Ernst Nolte scatenò la controversia tra gli storici"

la morte dello storico tedesco sulla stampa tedesca

Sui giornali tedeschi, comprensibilmente, molti hanno scritto quest'estate dello storico Ernst Nolte, molto noto e aspramente criticato per le sue affermazioni sulle cause del nazionalsocialismo.
Come sostiene 
Moshe Zimmermann, storico che dirige il  "Richard-Koebner-Center for German History" della Hebrew University di Gerusalemme, Nolte a volte cadde negli stereotipi dell'antisemitismo, altre seppe coltivare fecondi sodalizi con personalità della cultura israeliana quali Zeev Sternhell, Jacob Talmon e Chaim Weizmann

Erano anni di forti dibattiti sui totalitarismi del Ventesimo secolo e la natura delle nascenti o rinascenti democrazie. Si discuteva animatamente de Il fascismo nella sua epoca, il testo di Nolte del 1963, e de Le origini della democrazia totalitaria, di Jacob Talmon. Piano piano Israele usciva dalla fase del socialismo pionieristico e nel 1977 arrivava al potere il Likud. Zimmermann spiega che con questi cambiamenti Nolte si trovava quasi "a casa" (dal punto di vista intellettuale) a Gerusalemme, in quanto prevaleva una narrativa di confronto tra le esperienze totalitarie, con frequenti analogie tra Gulag e Auschwitz. 
Ancora oggi, alcune nozioni potrebbero risultare attuali, scrive sempre Zimmermann, anche se la minaccia odierna si chiama ISIS

Di seguito il radicamento di queste nozioni nel pensiero di Nolte viene spiegato in un articolo di Engel Esteban, pubblicato su die Augsburger Allgemeine Zeitung il 18 agosto 2016

Ernst Nolte è morto. Le sue tesi sul nazionalsocialismo ebbero un'eco così grande, che Angela Merkel si rifiutò di tenere una laudatio in suo onore.

È stato uno dei dibattiti più caldi del dopoguerra: 30 anni fa lo storico Ernst Nolte dava inizio alla controversia tra gli storici tedeschi. Destò clamore e indignazione la sua tesi che l'assassinio degli ebrei europei da parte della Germania nazista avesse avuto origine nei crimini dei comunisti sovietici. Da qui Nolte si fece la fama di avere assolto i nazisti ed essersi avvicinato ai negazionisti. Almeno, così si diceva. Nolte è morto a 93 anni a Berlino, dopo una breve malattia.

La disputa tra gli storici: le affermazioni di Ernst Nolte sono state confutate

Tra gli storici, le sue affermazioni hanno valore di tesi già confutate. Tuttavia lo storico si attenne a quanto affermato anche nelle pubblicazioni successive, e quindi si isolò sempre più. Nell'anno 2000, l'allora Presidente della CDU Angela Merkel rifiutò di tenere una laudatio del controverso studioso alla consegna del Premio Adenauer da parte della Deutschland-Stiftung (una fondazione privata che tra il 1966 e il 2006 si è occupata tra l'altro di assegnare questa onoreficenza, ndr).

La causa scatenante della disputa tra gli storici fu l'articolo di Nolte apparso nella Frankfurter Allgemeine Zeitung con il titolo "Il Passato che non vuole passare". Hitler sarebbe stato una reazione a Lenin, sosteneva. “L'arcipelago Gulag non veniva prima di Auschwitz? Lo "sterminio di classe" dei bolscevichi [non è] il prius logico e fattuale dello "sterminio di razza" dei nazionalsocialisti?”.

Ernst Nolte rimase imperturbabile nella disputa

Per molti era sconcertante la forza con cui Nolte sottolineava il ruolo guida degli ebrei tra i bolscevichi. Il filosofo Jürgen Habermas accusò il collega nel giornale Zeit, sotto il titolo “Una sorta di risarcimento danni del revisionismo”. Spiegando il nazionalsocialismo come risposta alla minaccia sovietica Nolte avrebbe reso i crimini di Hitler “quanto meno comprensibili”.

L'editore dello Spiegel, Rudolf Augstein, accusò lo studioso di assolvere la borghesia, i militari e il genocida Hitler. Nolte rimase imperturbabile. In un'intervista allo Spiegel disse, nel 1994, che non avrebbe potuto escludere che la maggior parte delle vittime dell'Olocausto non fosse stata uccisa nelle camere a gas, bensì da malattie e fucilazioni di massa.

Lo storico si sentì trattato ingiustamente per via delle accuse dei suoi colleghi. Non era lui ad avere abbracciato la destra radicale, ma piuttosto l'opinione pubblica tedesca a essere andata a sinistra, argomentava lui. Anche nei suoi libri successivi sulla Repubblica di Weimar e l'Europa, Nolte andò avanti a rispondere alla domanda: Com'è stato possibile Hitler? Per lui rimaneva valida la nozione che il nazionalsocialismo e il comunismo erano le parti di una “guerra civile europea”, come scrisse nell'omonimo libro del 1987.

Storico tedesco di punta del dopoguerra

Nonostante le accuse, questo figlio di un dirigente scolastico, nato a Witten, nella Ruhr, è da considerare uno degli storici di punta tedeschi del dopoguerra. Il suo scritto di abilitazione Der Faschismus in seiner Epoche (Il fascismo nella sua epoca,1963) oggi è un'opera di riferimento. Egli è stato uno dei primi a porre la domanda su che cosa abbia scatenato il nazismo. Nel fare ciò ruppe con la teoria del totalitarismo fondamentale durante la guerra fredda, che metteva sullo stesso piano il comunismo e il fascismo come sistemi di oppressione. Concesse che il nazionalsocialismo rappresentò una peculiare forma di dominio – come parte della storia complessiva dell'Europa.

Lo studio conferì a Nolte, che originariamente lavorava nel sistema scolastico come suo padre, una grande notorietà. Dapprima ricevette un incarico di docenza storica presso l'Università di Colonia e poi una cattedra a Marburg. Nel 1983 si spostò alla Libera Università di Berlino, dove insegnò fino al pensionamento avvenuto nel 1991, dopo il quale è diventato docente emerito, presso il Friedrich-Meinecke-Institut. Nei momenti clou della controversia tra gli storici i suoi seminari furono sempre interrotti da azioni di protesta degli studenti. Un confronto non l'avrebbe amareggiato, disse nel 2006 al quotidiano Die Welt. Infine egli non si sarebbe considerato proprio uno storico, ma piuttosto un pensatore su argomenti storici. “Così vorrei essere visto. E credo che questa possa essere la vera definizione del mio lavoro di una vita, nel suo complesso”.

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