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L'ultima Rosa Bianca

la storia di Liselotte Furst-Ramdhor

In Germania sono celebrati come eroi nazionali. Ma i giovani della Rosa Bianca, membri di un movimento di resistenza nella Germania nazista, sono stati arrestati e uccisi dalla Gestapo negli anni '40.

La BCC segnala la storia di Liselotte Furst-Ramdhor, che quando entrò a far parte della Rosa Bianca era la vedova 29enne di un soldato morto sul fronte russo. Oggi Liselotte ha 99 anni e ricorda il suo passato.

La donna si è avvicinata al gruppo grazie a un amico, Alexander Schmorell, che insieme ad altri due giovani, Hans Scholl e Christoph Probst, aveva iniziato una campagna di "resistenza passiva" al regime di Hitler. I tre ragazzi stampavano volantini da distribuire porta a porta a indirizzi scelti casualmente dall'elenco telefonico, da spedire a intellettuali e professori, da lasciare in locali pubblici e da gettare dai tram nella notte, per incoraggiare la popolazione tedesca a unirsi al movimento.

Liselotte nascondeva i volantini nella credenza di casa sua e aiutava Schmorell a disegnare i modelli per le scritte "Abbasso Hitler", che vennero apposte sui muri di Berlino nelle notti del febbraio 1943. Molto vicina a Sophie Scholl, sorella di Hans e forse uno dei personaggi più conosciuti della Rosa Bianca, Liselotte ricorda che nonostante la paura - Sophie dormiva nel letto del fratello per sentirsi più tranquilla - "gli Scholl continuavano la loro azione per la Germania, perchè amavano la loro patria".

La fine del gruppo fu dettata dalla morte di Hans e Sophie. Durante la distribuzione dell’ultimo volantino all'Università di Monaco, Sophie salì al secondo piano per lanciare dalla balaustra i fogli e farli cadere sugli studenti che si affollano nell’atrio. Riconosciuta da un inserviente membro del partito nazista, venne arrestata e giustiziata insieme a Probst e al fratello Hans, le cui ultime parole prima di morire furono: "Lunga vita alla libertà!".

Stessa sorte, poco dopo, toccherà agli altri membri della Rosa Bianca. Liselotte viene arrestata e portata in un carcere della Gestapo, ma viene rilasciata per "un colpo di fortuna - come ha dichiarato la donna - perchè i militari speravano che li avrei condotti dagli altri miei compagni. Mi hanno seguita per diverso tempo dopo il mio rilascio".

Dopo la guerra, i membri della Rosa Bianca sono stati celebrati come eroi. Alexander Schmorell è diventato un santo della Chiesa ortodossa russa nel 2012. "Avrebbe riso a crepapelle se l'avesse saputo - ha commentato Liselotte - Alexander non era un santo, era solo una persona normale che faceva cose speciali".

22 febbraio 2013

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