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La storia di Evžen Plocek

un comunista che si immolò contro l'occupazione

Evžen Plocek

Evžen Plocek

L'invasione della Cecoslovacchia ad opera degli eserciti del Patto di Varsavia portò ad un'ondata di suicidi come forma estrema di protesta commessi tra gennaio e aprile 1969. Complessivamente furono 29 le persone che scelsero la via del sacrificio per motivi politici mentre 7 di queste riuscirono a compiere il tragico gesto: Josef Hlavatý, Jan Zajíc, Evžen Plocek, Miroslav Malinka, Michal Lefčík, Blanka Nacházelová e il cittadino ungerese Bauer Sándor. Tra questi soltanto Jan Palach e Jan Zajíc divennero eroi nazionali ancora oggi largamente commemorati e ricordati. Nel caso degli altri il regime comunista riuscì a rendere dubbio il valore del loro gesto per esempio diffondendo notizie sulla presenza dell'alcool nel sangue dei martiri oppure sulla loro vita disordinata o su presunti problemi psichici.

In alcuni casi l'ostracismo verso la memoria di questi martiri per la libertà perdura ancora oggi, anche se da posizioni politiche diverse. È il caso, per esempio, di Evžen Plocek. Nonostante oggi una lapide commemorativa nella sua città natale di Jihlava lo ricordi con l'iscrizione "vittima per la libertà", la sua figura rimane contrastata. Nel giorno del suo decesso Plocek aveva 40 anni e aveva un passato già ricco: negli anni '50, ovvero nel pieno dell'era dei processi politici e delle esecuzioni, Plocek entrò nel partito comunista fino ad arrivare a ricoprire un ruolo di primo piano nella politica regionale. Oggi gli storici considerano Plocek uno di quei comunisti sinceramente convinti che fosse possibile riformare da dentro il sistema totalitario. Anche per questo il fallimento della Primavera di Praga, il tentativo dell'ala riformista del partito di costruire un "socialismo dal volto umano" lo colpì profondamente. Nel giorno di Venerdì Santo del 1969 Plocek, che proveniva da una famiglia credente, si versò addosso del solvente e si diede fuoco davanti alla sede locale del partito. Nonostante al funerale parteciparono oltre 5000 persone il regime riuscì ad impedire la diffusione nel paese della notizia sminuendone il gesto per l'alcool trovato nel corpo, evidentemente assunto per darsi coraggio.

È quindi il suo passato di comunista convinto che ancora oggi crea in molti una resistenza contro un maggiore e più profondo riconoscimento del gesto di Evžen Plocek, come se neanche una morte così tragica e dolorosa potesse mondare il "peccato originale". Ma la vita umana è sempre troppo complessa e ricca e rifugge ad ogni tentativo di essere ridotta alle categorie "buono e cattivo".

Esaustiva, in tal senso, la conclusione di Pavel Bajer, storico e giornalista, che sulla figura di Evžen Plocek ha dichiarato: "È vero che diventò comunista durante l'epoca dei processi politici, ma è proprio immolandosi che riconobbe la sua responsabilità morale per il passato, per l'occupazione... Non posso condividere la tesi secondo cui il suo gesto sarebbe meno eroico perché Plocek non era puro come il cristallo."

Andreas Pieralli, giornalista e traduttore

10 maggio 2016

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