Un monaco buddista è morto in carcere nella provincia del Sichuan, in seguito alle torture della polizia cinese. Era accusato di aver appeso poster che chiedevano la libertà del Tibet e in attesa di processo.
Secondo AsiaNews, lo scorso maggio i poster sono comparsi su un edificio governativo della contea di Nyagrong: di questo è stato accusato proprio il monaco, Karwang, di 36 anni, che viveva nel monastero della città.
È stato tenuto in carcere, i poliziotti hanno cercato di estorcergli una confessione senza riuscirci, è stato picchiato e torturato. Poi la sua famiglia è stata chiamata con una telefonata perché si occupasse del cadavere.
CONTINUANO LE IMMOLAZIONI
Dall'inizio dell'anno sono 37 i tibetani che si sono dati fuoco per criticare la dittatura di Pechino e chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet. Tenzin Khedup, un pastore di 24 anni, è morto. Un gruppo di tibetani della zona ha portato il suo cadavere al monastero di Zilkar, per le preghiere di rito e la cerimonia funebre. L’altro giovane, Ngawang Norpel, un carpentiere migrante di 22 anni, è rimasto vivo, anche se gravemente ustionato. Tuttora non si hanno notizia su dove sia stato ricoverato e detenuto in custodia dalla polizia cinese.
(Articolo aggiornato il 22 giugno 2012)