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Pietro Kuciukian

Pietro Kuciukian introduce, raccontando la tragedia del genocidio yazida, Farida Abbas, una giovane che è sopravvissuta alle violenze dell'Isis e che è intervenuta al Giardino di Milano in onore di Hammo Shero, Giusto onorato durante la cerimonia per la Giornata dei Giusti dell'umanità del 2018.

Pietro Kuciukian introduce, raccontando la tragedia del genocidio yazida, Farida Abbas, una giovane che è sopravvissuta alle violenze dell'Isis e che è intervenuta al Giardino di Milano in onore di Hammo Shero, Giusto onorato durante la cerimonia per la Giornata dei Giusti dell'umanità del 2018.

Medico chirurgo, figlio di un sopravvissuto al genocidio del 1915, vive e lavora a Milano. Come il padre prima di lui ha studiato al collegio dei Mechitaristi di Venezia, dove ha appreso la lingua armena.

La riscoperta delle radici armene è iniziata dopo la morte del padre, nel 1983. La lettura delle pagine del diario, brevi ma intense, lo hanno spinto a diventare viandante nella terra degli avi, a completare una storia lasciata nel diario paterno alle sue battute iniziali. Un racconto in particolare lo aveva colpito: il nonno Andon nel 1896, grazie a un amico turco, si era salvato con la famiglia dai pogrom scatenati dal sultano Abdul Hamid II che avevano causato il massacro di 300.000 armeni.

Il fatto decisivo che fece di Kuciukian un ricercatore di Giusti e salvatori, più che di vittime e carnefici, accadde nel 1995. Si era recato in Armenia con Mischa Wegner, figlio di Armin Wegner, un “giusto” per gli armeni che nel 1915, a rischio della vita, aveva fotografato i deportati armeni, denunciando al mondo intero i crimini cui aveva assistito.

Durante la cerimonia della tumulazione delle ceneri di Armin Wegner nel “Muro della Memoria” di Dzidzernagapert a Yerevan, Mischa fu circondato da una folla riconoscente e commossa. Tra la calca ad un tratto si fece largo un vecchio con una folta barba. Riuscì ad arrivare fino a Mischa, gli afferrò le mani e disse con impeto: “Mi inchino davanti alle ceneri e al ricordo di Armin Wegner e davanti a suo figlio.” La Germania, nel 1915 era alleata della Turchia e connivente con il governo dei Giovani Turchi. Il “figlio di un popolo nemico” era in Armenia, di fronte al monumento al genocidio, a rendere omaggio al milione e mezzo di vittime senza sepoltura e gli armeni manifestavano la loro riconoscenza. Era il figlio di un Giusto.

Pietro Kuciukian comprese allora che onorare i Giusti significava aprire una pagina di riconciliazione tra i popoli; vide con chiarezza che la memoria dei Giusti e dei testimoni, dei tanti uomini che davanti al male estremo hanno saputo reagire, diventava la nuova frontiera del suo impegno.

Così è nato il Comitato internazionale dei Giusti per gli armeni. La Memoria è il futuro e successivamente, dopo l’incontro con Gabriele Nissim, il Comitato per la Foresta dei Giusti.

Nel gennaio del 2003 gli è stato conferito dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro per la sua attività di ricerca dei “Giusti per gli armeni”. Nel 2006 ha ricevuto dal Presidente della Provincia di Milano la “Medaglia d’oro di riconoscenza” per il Muro della Memoria di Dzidzernagapert in Armenia. 
Ha pubblicato numerosi libri sull’Armenia. Con il volume Voci nel deserto. Giusti e testimoni per gli Armeni (2000), ha vinto a Venezia il premio S.Vidal per il dialogo fra i popoli e le religioni. Ha collaborato per il settore di armenistica con il domenicale del Sole24 ore.

Con decreto del Ministero degli Affari Esteri del 16 marzo 2007 è stato nominato Console Onorario della Repubblica di Armenia in Italia, titolare dell’ufficio consolare di Milano.

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