Gariwo
https://it.gariwo.net/sul-confine-ucraina-24749.html
Gariwo

Sul confine – Ucraina

Sul confine (dall’antico slavo u krajna, terra di confine) nasce dalla volontà della Fondazione Gariwo di seguire quotidianamente il conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato il 24 febbraio 2022 con l’invasione del Paese ordinata dal presidente russo Vladimir Putin, con testi storici, approfondimenti, punti di vista e storie di personaggi significativi.
Vogliamo così fornire materiali che possano aiutare a contestualizzare ciò che sta accadendo, approfondendone le radici storiche, e stimolare un’analisi complessa.

A questo scopo, abbiamo raccolto, in particolare, contenuti sull’attualità e sull’Holodomor, la Shoah in Ucraina, il disastro di Chernobyl, la Crimea, la Memoria e la libertà in Russia.

Attualità

La poesia come resistenza al genocidio culturale

La poesia come resistenza al genocidio culturale

di Joshua Evangelista

Come Gariwo siamo stati chiamati a partecipare a diverse eventi di lettura di poesie ucraine. Qualcuno ci ha chiesto come giustificare la nostra presenza, visto che tendenzialmente non ci occupiamo di poesia. Anzi, in prima impressione i genocidi e la loro prevenzione possono sembrare tematiche assai prosaiche, lontanissime dalle composizioni poetiche. Eppure uno dei tipi di genocidio descritti dal coniatore di questo termine, Raphael Lemkin è un genocidio di tipo culturale, in cui si cerca di cancellare ogni richiamo alla cultura propria di un popolo. Questo include la lingua, i nomi delle persone, persino i cartelli stradali.
L'utilizzo retorico e nazionalista del termine genocidio in Europa orientale

L'utilizzo retorico e nazionalista del termine genocidio in Europa orientale

di Andrea Braschayko

Dopo il crollo dell'Urss e del Patto di Varsavia, gli stati post-comunisti si sono ritrovati in una duplice condizione: il crollo dei miti comunisti portò velocemente a un graduale vuoto memoriale e identitario a livello individuale, ben presto pure collettivo. Dall’altro lato, la stessa storiografia e auto-narrazione nazionale era un foglio bianco potenzialmente riscrivibile dalle "nuove" élite. In questo contesto, oltre al tendenziale revisionismo storiografico di molti attori statali post-comunisti, è proprio l’abuso retorico del termine "genocidio" a caratterizzare la vittimizzazione e nazionalizzazione della storia della nuova Europa dell’Est.
"Calore umano", una serata di poesia ucraina a Milano

"Calore umano", una serata di poesia ucraina a Milano

Letture della poetessa Halyna Kruk, il 9 novembre al Circolo filologico

Giovedì 9 novembre, alle 18, presso il Circolo filologico milanese (via Clerici 10), ci sarà una serata di poesia ucraina patrocinata, tra gli altri, dalla Fondazione Gariwo. Protagonista sarà Halyna Kruk, nata nel 1974, è una rinomata poetessa, scrittrice di prosa, traduttrice e ricercatrice originaria di Leopoli, in Ucraina. Le sue poesie saranno lette in italiano da Lia Quartapelle, Anna Zafesova, Serena Uccello e Marta Ottaviani.
L'assedio. Il romanzo di Mariupol

L'assedio. Il romanzo di Mariupol

di Andrea Nicastro

Il finale del libro mi ha sorpreso. Dopo un’intera storia fatta di ritratti-capolavori dei protagonisti, così vivi e quasi palpabili, sono rimasta interrotta bruscamente. Questa interruzione, così inaspettata, mi ha portato a pensare per quale motivo l’autore abbia deciso di "chiudere" il proprio racconto mettendo un grande punto di domanda alla fine. Poi ho capito. La domanda è rivolta al lettore: sapete riconoscere la linea che divide la vendetta dalla giustizia? Se sì, voi da che parte volete stare?

carica altri contenuti
"Stop al ruscismo: un futuro presente"

"Stop al ruscismo: un futuro presente"

Il manifesto veneziano

Il Manifesto "Stop al ruscismo: presente futuro" alias "Il Manifesto Veneziano" è stato firmato e pubblicato online il 9 agosto 2023 da un gruppo di intellettuali provenienti da diversi paesi. Il Manifesto utilizza la definizione di ruscismo, introdotta per la prima volta nella Risoluzione del Parlamento ucraino del 2 maggio 2023. Lo condividiamo su queste pagine nell'ambito del dossier di Gariwo sul dialogo tra russi e ucraini.

Vedo la Russia ovunque vada

Vedo la Russia ovunque vada

di Darya Zorka

Non vivo più in Bielorussia, ma continuo a vedere ricordi della Russia ovunque vada. Mi sembra di non poterla evitare, poiché i suoi tentacoli si diffondono in ogni Paese, in ogni istituzione e in ogni angolo del mondo. La Russia influenza i politici del mondo, gli accademici e gli sport internazionali. La Russia influenza il modo in cui il mondo vede la Russia: come uno Stato potente con armi nucleari, una storia antica e una cultura notevole. Lo fa utilizzando il soft power, la propaganda, la corruzione e le minacce. La Russia mira a far sì che il mondo le creda e che non tenga conto delle voci delle nazioni colonizzate, perché queste voci dicono verità scomode e inopportune. Vedo la Russia ovunque vada. Non voglio più vederla.
L'eredità della grande Madre Russia

L'eredità della grande Madre Russia

di Maria Mikaelyan

In occasione della Giornata della gioventù russa, Papa Francesco ha detto: "Non dimenticate mai la vostra eredità. Voi siete eredi della grande Madre Russia". Eppure la Russia è sempre stata e rimane fino ad oggi un paese multietnico e multiculturale. Pure io considero me stessa non "russa" ma “russa/armena/ebrea", proprio per la diversità delle mie origini. Molte persone nate in Russia non hanno alcuna intenzione di sentirsi fiere di questo "grande impero", che ormai da secoli opprime e massacra sia i popoli circostanti che i propri cittadini. Che cosa significa quindi per noi essere "Russi liberi"? Vuol dire rifiutare le vesti dei "figli della Grande Russia" e scegliere di non restare muti o patriotticamente orgogliosi mentre la Russia aggiunge alla propria eredità storica nuove pagine macchiate di sangue. Di Maria Mikaelyan, Comunità dei Russi Liberi
Dialogo tra russi e ucraini, il dossier di Gariwo

Dialogo tra russi e ucraini, il dossier di Gariwo

Voci indipendenti si interrogano su come capire la storia, comprendere il presente, pensare un futuro dopo la guerra

In questo dossier abbiamo lanciato un dibattito sulla spinosa questione del dialogo tra ucraini e russi, accogliendo molti punti di vista differenti: ci sono i pensieri di accademici, giornalisti e attivisti provenienti da Ucraina, Russia, Kazakistan, Bielorussia. Ci sono le difficoltà di dialogo ma anche alcune idee per oltre passarle e tentare di creare un percorso culturale condiviso. Come scoprirete sin da subito consultando i contenuti che vi proponiamo, le opinioni su come debba procedere il dialogo sono assai contrastanti. Questa diversità è una ricchezza che da sempre contraddistingue il lavoro culturale di Gariwo. Non tutte le idee rispecchiano il pensiero di Gariwo, ma tutte sono utili a modellare un proprio pensiero.
carica altri contenuti

Memoria e libertà in Russia

"I valori europei sono l'arma che Putin non aveva previsto"

"I valori europei sono l'arma che Putin non aveva previsto"

dialogo con Elena Zhemkova, direttrice esecutiva di Memorial Internazionale

Abbiamo incontrato a Milano Elena Zhemkova, direttrice esecutiva di Memorial Internazionale. Ci ha descritto la Russia da cui è dovuta fuggire per non subire la repressione che il regime riserva a chi, come lei, dirige un'organizzazione in cui "la gente contro la guerra può trovare un luogo di incontro", e ci ha parlato dell'idea sovietica secondo cui un'Europa priva di valori al di fuori del denaro non avrebbe sostenuto l'Ucraina come invece sta facendo. "Questa solidarietà dell’Europa è quell’arma che non è stata prevista dal regime russo".

Menzogna e propaganda

Menzogna e propaganda

tratto dal dossier "Putin. Guerra"

Chi decidesse di descrivere la carriera politica di Vladimir Putin, si scontrerebbe con un problema insolubile: il presidente russo non ha mai avuto una carriera politica. Quella di Putin è una carriera televisiva, le cui tappe sono solo un susseguirsi di filmati televisivi, a partire dalla minaccia di “accopparli nel cesso”, rivolta ai ceceni, e dall’ammonimento di Boris El’cin ad “avere cura della Russia”.
L'intervento di Tetyana Bezruchenko

L'intervento di Tetyana Bezruchenko

in occasione della giornata per la libertà di stampa 2023

L'intervento di Tetyana Bezruchenko, forzaucraina.it, avvenuto presso il Giardino dei Giusti di Milano in occasione dell'evento "La guerra oltre la propaganda - Il racconto indipendente dei fotoreporter ucraini e dei dissidenti russi", organizzato dalla Fondazione Gariwo il 3 maggio 2023 per celebrare la Giornata per la libertà di stampa. Forzaucraina.it è un movimento informativo costituito con lo scopo di raccontare la guerra in Ucraina.
L'intervento di Elena Buscemi

L'intervento di Elena Buscemi

in occasione della giornata per la libertà di stampa 2023

L'intervento di Elena Buscemi, Presidentessa del Consiglio comunale di Milano, avvenuto presso il Giardino dei Giusti di Milano in occasione dell'evento "La guerra oltre la propaganda - Il racconto indipendente dei fotoreporter ucraini e dei dissidenti russi", organizzato dalla Fondazione Gariwo il 3 maggio 2023 per celebrare la Giornata per la libertà di stampa.
carica altri contenuti

Holodomor

L'ingerenza russa per impedire che l'Italia riconosca l'Holodomor

L'ingerenza russa per impedire che l'Italia riconosca l'Holodomor

di Tetyana Bezruchenko

Il Senato Italiano ha rinviato il voto sulla mozione riguardante l'Holodomor, il genocidio del popolo ucraino avvenuto negli anni '30. Nel frattempo, l'ambasciata della Federazione Russa ha tentato di influenzare il voto parlamentare riguardo alla posizione italiana sulla commemorazione di questo tragico evento storico. Il commento di Tetyana Bezrucheno, di ForzaUcraina.it
Asharshylyk: lo Holodomor in Kazakistan

Asharshylyk: lo Holodomor in Kazakistan

di Madi Kapparov

Kazakistan. A cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30 viene perpetrato dall'Unione sovietica staliniana un terribile genocidio, noto nel Paese con il nome di Asharshylyk, "la fame". Una barbarie assai simile all'Holodomor commesso in Ucraina, con una importante differenza: l'Asharshylyk non è ancora stato riconosciuto come genocidio da nessun Paese. Il motivo è politico: Mosca diventa estremamente aggressiva non appena viene sollevato l'argomento
La Russia di Putin, raccontata dalle parate sulla Piazza Rossa

La Russia di Putin, raccontata dalle parate sulla Piazza Rossa

di Tetyana Bezruchenko

"Lo possiamo ripetere" è lo slogan che da decenni accompagna le parate militari "della vittoria" che si svolgono nella piazza Rossa a Mosca ogni 9 maggio e si intende che i carri armati russi, potrebbero di nuovo arrivare fino alla Germania dove nel 1945 sventolava la bandiera rosso sangue con la falce e il martello dell’Urss. Questo slogan incita la popolazione e riguarda le guerre di conquista imperialiste pensate dopo la nascita della Federazione russa come un paese indipendente, sulle ceneri della Repubblica federativa sovietica russa.
carica altri contenuti

Shoah in Ucraina

I Giusti tra le nazioni di origine ucraina

I Giusti tra le nazioni di origine ucraina

di Natalia Lykhach (forzaucraina.it)

Il titolo di Giusti tra le Nazioni è stato assegnato a 2.673 ucraini. Tra questi Pavlo e Maria Natarov della regione di Sumy, che nel 1941 salvarono Raya, una bimba ebrea di sei anni. Oggi Raya (che ha due nipoti e sette pronipoti) e Iraida (figlia di Pavlo) si sono ritrovate. Parlano tutti i giorni. "Siamo così felici di esserci trovate".
Famiglia Kisheshyan

Famiglia Kisheshyan

aiutò gli ebrei perseguitati a Kharkov

La famiglia armena Kisheshyan viveva a Kharkov, oggi Charkiv. La famiglia era formata dall'armeno Arut Kishishyan, la moglie ucraina Natalya (nata Zagoruyko) e le loro quattro figlie.
I Kisheshyan, malgrado il pericolo di essere scoperti, diedero rifugio agli amici ebrei dopo che la Germania invase l’URSS.

Ashken Agopyan

Ashken Agopyan

aiutò una famiglia di ebrei di Odessa a sopravvivere alla persecuzione

Con l’occupazione tedesca del 1941, le bambine Dina e Maria e la madre Olga vengono deportate prima nella prigione di Odessa e poi nel ghetto di Slobodka (Dina ha solo tre anni e Manya solo pochi mesi), ma Ashkhen Agopyan non le abbandona e organizza una catena di aiuto in denaro e cibo che consente la loro sopravvivenza.
carica altri contenuti

Crimea

Da Euromaidan all'invasione russa: l'Ucraina dal 2014 a oggi

Da Euromaidan all'invasione russa: l'Ucraina dal 2014 a oggi

il sogno degli ucraini europeisti e gli interessi geopolitici

La guerra scoppiata in Ucraina è strettamente legata alle manifestazioni di piazza che si sono tenute nel Paese tra la fine e del 2013 e il 2014, comunemente note come Euromaidan, perché riguardavano l'identità europea dell’Ucraina e perché avevano come fulcro Maidan Nezalezhnosti (Piazza dell'Indipendenza), la piazza più importante di Kiev. Come siamo arrivati all'invasione russa?
Il mito russo e l'Ucraina che vuol essere Europa

Il mito russo e l'Ucraina che vuol essere Europa

di Anna Zafesova

Il fatto che in vent'anni di regno il presidente russo sia passato dalla nostalgia per l'impero sovietico nel quale era nato e cresciuto al rimpianto per una grandeur monarchica della quale sembra avere un'idea tratta più dalla serie su Caterina su Netflix che dai libri di storia, è una svolta ideologica in corso da tempo, almeno dal 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea.
Grigori e Pran Tashchiyan

Grigori e Pran Tashchiyan

armeni di Crimea tra Shoah e comunismo

Grigori e Pran Tashchiyan sono due armeni emigrati a Simferopol dopo il genocidio nel quale hanno perso molti parenti. Quando scoppia la seconda guerra mondiale, salvano i bambini della famiglia dei loro vicini.
Gli italiani di Crimea ottengono lo status di "deportati"

Gli italiani di Crimea ottengono lo status di "deportati"

lo stabilisce un decreto firmato da Putin

Vladimir Putin ha aggiornato il decreto sulla riabilitazione delle persone colpite dalla deportazione illegale in Crimea, aggiungendo tra i gruppi considerati perseguitati anche gli italiani. Il riferimento è ai nostri connazionali - in particolare pugliesi - che sono stati rinchiusi nel Gulag dopo il 1942.
carica altri contenuti

Chernobyl

Che cosa è successo a Chernobyl

Che cosa è successo a Chernobyl

di Francesco M. Cataluccio

Il nome di Chernobyl divenne famoso in tutto il mondo dopo il 26 aprile del 1986 quando, nella locale centrale elettronucleare, si verificarono due conseguenti esplosioni che provocarono l’immediata morte di 31 persone e fecero scoperchiare il tetto disperdendo nell’atmosfera grandi quantità di vapore contenente particelle radioattive.
Valerij Legasov - video

Valerij Legasov - video

si assunse una responsabilità di fronte alla tragedia di Chernobyl

Chimico, con le sue pronte decisioni mitigò i danni del terribile incidente nucleare di Chernobyl, giocando un ruolo fondamentale sia nel team che gestì l’emergenza, sia nelle successive indagini sulle cause dello scoppio.
"È mio dovere dire quello che so"

"È mio dovere dire quello che so"

dalle memorie di Valerij Legasov

Era il 26 aprile 1986, un sabato, una bella giornata... Ricordando adesso il viaggio verso il luogo del disastro, devo dire che non mi era nemmeno venuto in mente, all'epoca, che ci stavamo muovendo verso un evento di portata planetaria, che probabilmente sarebbe entrato per sempre nella storia dell'umanità.

Alexei Ananenko

Alexei Ananenko

svuotò le piscine di sicurezza di Chernobyl, impedendo una seconda esplosione

Brillante ingegnere e tecnologo dell'industria nucleare sovietica, a Chernobyl insieme a Valeriy Bezpalov e Boris Baranov impedì una seconda esplosione nucleare dopo quella che il 26 aprile 1986 travolse il reattore 4 della centrale. Sapendo di rischiare la morte, si immerse nell’acqua contaminata delle piscine e insieme ai suoi compagni svitò le valvole.
carica altri contenuti

Film e documentari

Reflection: un film che racconta la guerra del 2014 nel Donbass

Reflection: un film che racconta la guerra del 2014 nel Donbass

il trailer ufficiale
Inverno in fiamme: la lotta per la libertà dell'Ucraina

Inverno in fiamme: la lotta per la libertà dell'Ucraina

il trailer ufficiale
Citizen K

Citizen K

il trailer ufficiale del documentario

Bibliografia