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Bosco Ntaganda, al via il processo

nella Giornata contro l'uso dei bambini soldato

“Gli Stati parti adottano ogni misura possibile a livello pratico per vigilare che le persone che non hanno raggiunto l’età di quindici anni non partecipino direttamente alle ostilità.
Gli Stati parti si astengono dall’arruolare nelle loro forze armate ogni per- sona che non ha raggiunto l’età di quindici anni. Nel reclutare persone aventi più di quindici anni ma meno di diciotto anni, gli Stati parti si sforzano di arruolare con precedenza i più anziani
”.

Così stabilisce l’articolo 38 della Convenzione sui diritti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata il 20 novembre 1989. L’uso dei bambini soldato, tuttavia, è una pratica ancora molto diffusa duranti i conflitti mondiali. Secondo le cifre ufficiali, oggi sono 22 gli Stati che utilizzano minori nelle ostilità. La situazione peggiore coinvolge i Paesi africani, come il Ciad, il Congo, la Costa d’Avorio, il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana.

Alla vigilia del 12 febbraio, Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato, si è aperto alla Corte Penale Internazionale dell’Aja il processo preliminare contro Bosco Ntaganda, l’ex leader congolese accusato proprio, tra i diversi crimini di guerra, di aver arruolato con la forza diversi minori tra il giugno 2002 e il dicembre 2003.

Secondo il Procuratore della Corte, Fatou Bensouda, Bosco Ntaganda - noto come “Terminator” - ha avuto un ruolo centrale nella pianificazione dei crimini commessi nella Repubblica Democratica del Congo, ha fornito le armi ai ribelli e ha partecipato direttamente alle violenze della guerra civile.

Le truppe, guidate da Ntaganda, del Fronte Patriottico di Liberazione del Congo, portarono avanti questi crimini - in particolar modo contro l’etnia Lendu - con una strategia organizzata e strutturata, al fine di assumere il controllo della regione dell’Ituri ed espellere i civili che non appartenevano all’etnia Hema. In questo piano, Ntaganda arruolò tra le sue fila anche diversi bambini soldato tra i 7 e 15 anni, e li costrinse ad assumere alcol e droghe per poter affrontare i combattimenti senza esitazioni.

La camera preliminare della Corte Penale Internazionale ha ora 60 giorni di tempo per confermare le accuse ai danni di “Terminator”. L’imputato, contro cui la Corte ha emanato due mandati di arresto - nel 2006 e nel 2012 - si è consegnato spontaneamente nel marzo 2013 e si è sempre dichiarato innocente.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema dei bambini soldato, la Coalizione Italiana Stop all’Uso dei Bambini Soldato - composta da Alisei, Cocis, Coopi, Intersos, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Terre des Hommes Italia e Unicef Italia - ha raccolto le testimonianze dei giovani arruolati con la forza sul sito www.bambinisoldato.it.

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