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Breve storia dell’Ucraina, aggiornata fino a un momento fa

di Francesco M. Cataluccio

La bandiera ucraina

La bandiera ucraina

Negli ultimi mesi l'Ucraina, con le proteste di Piazza Maidan e il referendum per l'annessione della Crimea alla Russia, è stata al centro delle cronache internazionali.
Vi proponiamo di seguito una breve storia di questo Paese, dello scrittore Francesco M. Cataluccio.
Nel box approfondimenti il testo completo


Spesso le parole contengono, appena celato, il vero significato delle cose, e anche il loro destino. “Ucraina” significa: sul confine (u krajna). Uno spazio di frontiera, sempre conteso e conquistato dai potenti vicini: Russia, a est, e Polonia, a ovest (e anche, quando c’era, l’Impero Austro-ungarico). Ancor oggi, un piccolo monumento, vicino al confine con la Slovacchia, ha un epigrafe in latino che la Società Geografica di Vienna fece apporre nel 1911: “Grazie a un sistema di meridiani e paralleli, in questo punto è stato fissato il centro dell’Europa”.

L’Ucraina è quindi una vasta frontiera proprio al centro del nostro continente. Un grande territorio (il paese più esteso d’Europa, dopo la Russia: 603.700 chilometri quadrati; il quinto per numero di abitanti: 48 milioni) per lo più pianeggiante, se si escludono le verdi montagne dei Carpazi a sud, e quindi senza grandi difese naturali: distese di fertili campi; steppe che arrivano fino al mare; colline ondulate; immensi boschi; molti laghi e gonfi fiumi; un sottosuolo ricco soprattutto di carbone
(cfr. il miglior libro di introduzione all’Ucraina di oggi: M. Pasquale, Ucraina. Terra di confine. Viaggi nell’Europa sconosciuta, il Sirente, Fagnano Alto 2012).
 
Un paese pieno di paradossi. Non soltanto perché lì sta (molto più a est di quanto comunemente si creda) il centro del nostro continente, ma perché lì nacque… la Russia. Quando, nell’ 882 d.c., il principe scandinavo Oleg conquistò Kiev (Kyiv), uccise i signori della città (appartenenti alla tribù slava dei Poliani) e dichiarò: “Questa città sarà la madre di tutte le città dei Rus”. I Rus’ erano il potente clan vichingo della città. In poco tempo, quella città commerciale, attraversata dal grande fiume Dnepr (che i romani chiamavano Danaper) divenne il centro di un grande e potente impero che andava dal Mar Baltico al Mar Nero.

Negli inizi di una nazione stanno iscritti, come il nome, i suoi caratteri e le sue contraddizioni (che saranno portatrici, fino al nostro presente, di conflitti e incertezze). Il fatto saliente, che mutò la storia della Rus’ di Kiev, fu quando, nel 988, il principe Vladimir convertì tutto il suo popolo, che era pagano, alla religione cristiano ortodossa. I principi di Kiev presero molto sul serio la religione bizantina come strumento di potere: furono erette rapidamente un gran numero di chiese ed edifici sacri, tanto che il vescovo sassone Ditmaro di Merseburgo, visitando Kiev, nel 1018, testimoniò che, in città, il loro numero superava le trecento unità. La testimonianza ancora visibile di quella manifestazione architettonica della fede è il bellissimo Pečerska Lavra, conosciuto anche come Monastero delle grotte di Kiev: un antico monastero, fondato nel 1051 dai monaci Antonio e Teodosio, diventato un luogo di culto sempre più importante nel medioevo e che ospita oggi la residenza del Metropolita di Kiev.

7 aprile 2014

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