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Che cosa intendiamo veramente per "populismo"?

analisi della rubrica The Interpreter del New York Times

Che cosa è "populista"? La rubrica del New York Times "The Interpreter" sta affrontando da qualche settimana questo problema. Pubblichiamo tradotto uno degli ultimi interventi.

Dopo la newsletter di mercoledì, le nostre caselle sono state invase da domande sul populismo. Il lettore Felipe B., per esempio, ha domandato se fosse ragionevole annoverare Rodrigo Duterte delle Filippine, Marine Le Pen della Francia e il Presidente americano Trump nello stesso gruppo di "populisti". Il modo in cui questo termine viene utilizzato sembra farne un sinonimo di "politica xenofoba" o anche "suprematismo bianco". Ma il populismo è un fenomeno specifico che segue un modello abbastanza prevedibile. Imparare a riconoscerlo può fornire una nuova comprensione della politica nel mondo - e di alcuni rischi che ci tengono svegli la notte. 

A un livello più di base il populismo è un tipo di politica che promette di proteggere il e dare potere "al popolo" contro le "élite corrotte" che lo opprimono, scrive Cas Mudde, uno scienziato della politica dell'Università della Georgia, nel suo utile paper del 2004. Questa è una definizione piuttosto ampia, che aiuta a spiegare perché la politica populista si può presentare in diverse forme. Il populismo non è tanto una filosofia politica pienamente formata, quanto una base sulla cui cima i politici possono porre su vari livelli i loro ordini del giorno specifici, come la glassa su una torta. 

Esso fornisce la cornice del "popolo contro élite", ma questa "glassa politica" è ciò che definisce chi rappresenta veramente "il popolo" e come le élite lo hanno presumibilmente oppresso o abbandonato. I populisti di destra spesso definiscono il "popolo" in termini razziali o nativisti, distinguendoli specificamente dagli stranieri e da altri gruppi "out", che non condividono il corretto "carattere nazionale" - che nei Paesi occidentali è spesso considerato quello bianco e cristiano.

Queste forze affermano anche che le élite hanno sacrificato il popolo per aprire i confini e in nome della globalizzazione, spesso attraverso istituzioni come l'Unione Europea: il Primo Ministro populista dell'Ungheria Viktor Orbán, per esempio, ha detto che l'Europa deve chiudere i suoi confini per proteggere il suo "carattere cristiano" contro gli immigrati musulmani, e ha sostenuto in un articolo d'opinione di alcune settimane fa che la maggiore minaccia all'Europa siano le "élite non elette" di Bruxelles, che qui cercano di trasformare l'Europa "contro il volere del suo popolo". 

In Francia, il Front National anti-immigrati e anti-islam chiede una "Francia per i francesi". In Olanda, si sono sentite le grida di Geert Wilders contro la presunta minaccia dei musulmani al popolo olandese. In Germania, il partito di estrema destra "Alternativa per la Germania" afferma che gli immigrati stanno "diluendo il carattere europeo" del popolo tedesco. L'idea è facile da capire. 

I populisti di sinistra, invece, tendono a definire "il popolo" in termini di classe e scagliarsi contro le ricche élite capitaliste. Hugo Chávez, per esempio, pretendeva che le classi povere e medie del Venezuela fossero oppresse dall'élite ricca del Paese e da istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Ma gli scienziati sociali hanno trovato che i populisti, indipendentementemente dall'ideologia, tendono a fare le stesse cose una volta al potere: minare le istituzioni liberal-democratiche e centralizzare il potere nelle loro mani - spesso sostenendo che i controlli sul loro potere impedirebbero loro di portare avanti fino in fondo la volontà del popolo.

Chavez, per esempio, ha cambiato la Costituzione del Venezuela per attribuirsi più potere; il suo pupillo ideologico, Rafael Correa, ha fatto lo stesso in Ecuador. E in Polonia, il partito populista Legge e Giustizia ha introdotto nuove leggi che riducono il sistema di checks and balances e minano il potere della Corte Costituzionale del Paese, da quando ha preso il potere. Si tratta di modelli che creano preoccupazione - e noi pensiamo che ciò significhi che i politici populisti sono da tenere sotto attenta osservazione.

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