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Cosa rimane della Serbia dopo il Kosovo

di Tatjana Dordevic

Nel 1999 l’ex presidente serbo Slobodan Milošević, ad un certo punto, dichiarò la vittoria sulle forze della NATO, che precedentemente avevano bombardato per tre mesi la Serbia in quanto colpevole per la pulizia etnica del popolo albanese in Kosovo. Milošević ritirò l'esercito e la polizia serba dal Kosovo, dove aveva praticamente perso la guerra. Il popolo serbo festeggiò clamorosamente quella "vittoria", ovvero la fine dei bombardamenti, non capendo ancora che quella sarebbe stata la strada che avrebbe portato verso l’indipendenza del Kosovo.

Nel 2008 il Kosovo proclamò la sua indipendenza. Nonostante la maggior parte dei paesi membri dell’Unione Europea ne riconoscesse la statualità, ben cinque si rifiutarono di farlo: Spagna, Grecia, Romania, Repubblica Slovacca e Cipro. Per questi stati, il riconoscimento del Kosovo potrebbe costituire un precedente e si potrebbero trovare ad affrontare le loro spinte secessioniste. Tuttavia, il nuovo documento franco-tedesco, che è arrivato come proposta per un nuovo accordo tra Priština e Belgrado, è stato firmato anche da questi cinque stati. Tutti i 27 paesi dell'Unione Europea hanno dunque firmato il documento, che è stato presentato al presidente serbo e al premier albanese non come un accordo trattabile, ma come un accordo “prendere o lasciare”. Lo stesso mediatore europeo Miroslav Lajčák l’ha descritto come la strada migliore per la normalizzazione delle relazioni tra i due stati e per l’integrazione europea della regione.

Questa proposta ha suscitato molte polemiche sia in Serbia che in Kosovo. In questo clima, il governo del premier kosovaro Albin Kurti ha accettato la proposta europea, nonostante non fosse del tutto contento con il nuovo accordo. Lo stesso premier Kurti ha dichiarato che sono stati costretti ad accettare l’accordo, che prevede la creazione delle comunità delle municipalità serbe in Kosovo che potrebbero secondo lui diventare come la Republika Srpska in Bosnia ed Erzegovina.

D’altra parte - il 2 febbraio in una seduta parlamentare molto tesa, degenerata in incidenti in aula -, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha accusato la dirigenza del Kosovo di avere come vero obiettivo provocare nuovi disordini e scontri, anche tra Serbia e Nato. Ha ribadito la sua ferma posizione a difesa degli interessi nazionali, dicendo che la Serbia pagherà enormi conseguenze in caso di rifiuto della proposta franco-tedesca. Ha aggiunto, inoltre, di essere stato ricattato, affermando allo stesso tempo di non voler governare uno Stato senza futuro europeo.
Nella proposta di accordo, non è stato esplicitamente detto che la Serbia riconosce l’indipendenza del Kosovo, ma all'articolo 2 del documento è scritto che i due stati rispetteranno lo statuto, ovvero la carta delle Nazioni Unite, che riguarda la sovranità degli stati indipendenti e la loro integrità territoriale. All’articolo 4, è scritto inoltre che la Serbia non si opporrà all'adesione di Kosovo alle istituzioni internazionali. Automaticamente, questo vuol dire che la Serbia de facto riconoscerà la sovranità del Kosovo.

La tensione nella seduta è poi salita progressivamente quando alcuni deputati dell'opposizione nazionalista di estrema destra hanno accusato il presidente Vučić di tradimento e capitolazione. Quest'ultimo sta ora cercando di ottenere il consenso dell’opinione pubblica ma il clima in Serbia è molto teso e si parla anche delle sue possibili dimissioni. Un sondaggio pubblicato recentemente nel paese rivela che più del 55 % del popolo serbo preferirebbe la Serbia fuori dall’Unione Europea, con il regime dei visti e senza aver riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. Solo la minoranza preferirebbe invece che la Serbia continuasse la propria strada verso l'adesione all'UE.

Il popolo serbo ha sempre creduto nel potere dei propri leader ed è un’eredità ancora presente; probabilmente, sarà proprio Aleksandar Vučić a risolvere la questione più delicata dell’ultimo secolo per la Serbia. Ma, la domanda è se il popolo lo perdonerà o meno. Non dobbiamo dimenticare che il Kosovo per i serbi è la culla delle loro origini e che anche i governi precedenti sono caduti proprio per la questione kosovara.

Tatjana Dordevic, giornalista

28 febbraio 2023

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