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Guerra in Ucraina: i baffi di Stalin e le gambe di Putin

La campagna imperiale di Putin, per riunire sotto le sue bandiere i 25 milioni di russi che vivono fuori dalla Federazione, non è solo una guerra di conquista orizzontale, dello spazio, ma anche verticale, del tempo, perché, solo riscrivendo la Storia, il nuovo Zar può presentare un’invasione come una riedizione della “Grande Guerra Patriottica” che travolse il nazismo.

Questa Operazione Storica Speciale si attua in due modi: sopprimendo la memoria dei Gulag e riabilitando Stalin.

Nella sua rubrica su France Inter, Pierre Haski, (1) ha spiegato che quando Putin, nel 2021, ha fatto bloccare “Memorial”, l’associazione fondata da Andrei Sakharov più di trent’anni fa, è perché “vuole controllare la scrittura della storia dell’Unione Sovietica, entità scomparsa da ormai trent’anni e il cui crollo è stato definito dall’attuale presidente russo ‘la più grande catastrofe geopolitica del ventesimo secolo’”.

L’istituzione che per 30 anni ha svelato i crimini dello stalinismo era diventata un ostacolo a questo progetto di ricostruzione totalitaria.

Lo Stato sovietico - spiega Masha Gessen nel libro "Il futuro è storia" – (1) era il genitore supremo: forniva al suo cittadino cibo, vestiti, casa, istruzione e lavoro; dava un significato alla sua vita; lo ricompensava quando si comportava bene e lo puniva quando si comportava male, a prescindere dall’entità della trasgressione”. Secondo il sociologo Juri Levada, citato dall’autrice, esso non era tanto un complesso di istituzioni, come lo Stato moderno, quanto un’unica grande istituzione: «un’istituzione universale di tipo paternalistico e premoderno, che penetra ogni angolo dell’esistenza umana» e che esercitava il terrore con modalità dei regimi totalitari descritti da Annah Harendt: ‘[Essi] sostituiscono ai limiti e ai canali di comunicazione fra i singoli un vincolo di ferro, che li tiene così strettamente uniti da far sparire la loro pluralità in un unico uomo di dimensioni gigantesche’".

Oggi Putin ha bisogno di questo Uomo Collettivo, per gettarlo nella fornace della guerra. Il fatto che i Russi, a Bakhmut, combattano con le stesse modalità della seconda guerra mondiale – cioè mandando al macello una massa enorme di reclute , “riempiendo i fossati”- è solo un effetto collaterale di quello che ha scritto Robert Kagan (2) quando dice che “Il capo del Cremlino, sta militarizzando completamente la società russa, proprio come fece Stalin durante la Seconda guerra mondiale”. 

Nel libro “Navalnj contro Putin”, Anna Zafesova racconta che la Duma (il parlamento russo) ha introdotto il reato penale di ‘”calunnia contro i veterani” e che nella nuova Costituzione c’è l’obbligo di “tutelare la verità storica sulla Grande Guerra Patriottica”, cioè di tacere sugli orrori di 73 anni di comunismo. “Chi controlla il passato controlla il futuro. La regola coniata da George Orwell in 1984 – scrive Anna Zafesova – è rappresentata perfettamente nella Russia contemporanea”. Sui social sta diventando virale l’immagine di Putin che , durante l’ultimo incontro con il vassallo Lukashenka, agita le gambe con un movimento che fa pensare a Charlie Chaplin. Potremmo leggerlo come l’atto mancato, il ‘lapsus’ di un uomo che, nel paese più grande del mondo, può controllare tutto. Tranne le sue gambe e quelle dei soldati che riescono a disertare.

(1) https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2021/12/29/putin-chiusura-memorial Cfr. Masha Gessen "Il futuro è storia"(Sellerio Editore)

(2) Cfr https://www.foreignaffairs.com/united-states/robert-kagan-free-world-if-you-can-keep-it-ukraine-america citato da https://www.corriere.it/esteri/23_febbraio_07/scenari-guerra-ucraina-a8ae4bfa-a6c7-11ed-b9c4-8c4ac5be6a91

(3) “Navalnj contro Putin”, di Anna Zafesova Paesi Edizioni (Feltrinelli)

Mimmo Lombezzi, giornalista

23 febbraio 2023

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