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Hong Kong: vietata la commemorazione di Tienanmen, attivisti in carcere

il ricordo negato e la lotta per la democrazia

Ogni anno, il 4 giugno, ricordiamo le centinaia di studenti e lavoratori che nel 1989 vennero uccisi a Pechino in quella che conosciamo come “la strage di Piazza Tienanmen”. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 i carri armati dell’esercito cinese entrarono nelle strade di Pechino con l’ordine di sgomberare la Piazza dalle migliaia di manifestanti che la occupavano da oltre un mese; in poche ore la protesta venne repressa nel sangue. Commemorare questa data, che ha segnato indelebilmente la Cina e il mondo, non è solo un dovere verso le vittime ma anche un modo per tenere alta l’attenzione su quelli che ancora oggi sono diritti violati e libertà negate, oltre che sulle conseguenze a cui la soppressione della democrazia può portare.

Annualmente, con l’avvicinarsi di questa data, il governo cinese cerca di ostacolare le manifestazioni per Piazza Tienanmen e usa il pugno di ferro contro gli attivisti che ricordano il 4 giugno; dal 2020, inoltre, le commemorazioni sono state vietate anche a Hong Kong che aveva fino ad allora goduto della proprio autonomia riguardo a questa scelta.

Il 2021 per il momento non sta facendo eccezione, anzi, il ricordo e la veglia del 4 giugno sono dichiarati illegali (con motivazione ufficiale la minaccia del coronavirus e le preoccupazioni per la sicurezza) e alcuni attivisti sono già stati arrestati. Tra di loro, Grandma Wong (Nonna Wong), una signora di 65 anni, conosciuta attivista per la democrazia a Hong Kong (spesso immortalata con una bandiera Union Jack, simbolo della sua insoddisfazione per il governo di Pechino da quando la città è stata consegnata alla Cina dall'ex potenza coloniale britannica nel ’97), arrestata per aver manifestato in solitaria sulla repressione cinese di Tienanmen. Alexandra Wong (Grandma Wong) è stata arrestata domenica con l'accusa di aver preso parte a un'assemblea illegale e di aver tentato di coinvolgere altri mentre marciava verso l'ufficio di collegamento di Pechino a Hong Kong. I manifestanti avevano chiesto il permesso per una piccola marcia a “tema Tiananmen” all'Ufficio di collegamento ma era stato loro negato. Wong si è presentata comunque. Durante le proteste del 2019, di Wong si erano inoltre perse le tracce per più di un anno. L’attivista ricomparve poi dichiarando di essere stata arrestata dalle autorità della terraferma durante un viaggio a Shenzhen, città vicina dove viveva. Reuters riportava nel 2019 questa dichiarazione di Wong: “Non ho figli. Per questo non ho paura. Non ho preoccupazioni per nessuno. Mi interessa solo il futuro dei giovani di Hong Kong”.

Anche il noto attivista Joshua Wong, che abbiamo raccontato su queste pagine, ha subito delle ripercussione per aver partecipato, questa volta nel 2020, alle manifestazioni per Tienanmen. Dovrà scontare infatti, oltre alla condanna a 13 mesi e mezzo per “l’organizzazione di una protesta fuori dal quartier generale della polizia a Hong Kong”, altri 10 mesi in carcere per aver partecipato il 4 giugno 2020 a un raduno non autorizzato per commemorare per le proteste di Tienanmen.

Il ministro della Sicurezza John Lee ha dichiarato che "chiunque parteciperà alle manifestazioni in ricordo violerà la legge”, riferendosi alla legge sulla sicurezza nazionale che dice che chi organizza, pianifica o attua qualsiasi mezzo illegale per danneggiare o rovesciare il sistema fondamentale secondo la costituzione cinese, effettua un sovvertimento del potere statale.

Sono in molti in Cina a non voler rinunciare alla commemorazione del 4 giugno e probabilmente tanti saranno coloro che rischieranno l’arresto per poter manifestare perché la memoria di quel giorno non venga rimossa. Questa situazione di violazione di diritti umani non può non destare preoccupazione e indignazione a livello internazionale.

Il Giardino dei Giusti di Milano porta scritto su due targhe dedicate ai Giusti i nomi di Liu Xiabo, il professore che lottò per la democrazia in Cina che ebbe un ruolo cruciale nel salvare alcuni suoi studenti a Tienanmen, e Liu Xia, moglie e compagna d’intenti di Liu Xiaobo attualmente accolta dalla Germania che è stata una voce importante per i diritti umani in Cina. Nel giorno della strage, invitiamo tutti a conoscere queste due storie di coraggio e a non dimenticare quanto accadde.

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