Gariwo
QR-code
https://it.gariwo.net/magazine/diritti-umani-e-crimini-contro-lumanita/la-fratellanza-senza-scrupoli-tra-serbia-e-russia-25634.html
Gariwo Magazine

La fratellanza senza scrupoli tra Serbia e Russia

di Tatjana Dordevic

Lo scorso 14 gennaio, i missili russi hanno bombardato un condominio a Dnipro e sono morte almeno 45 persone. Lo stesso giorno, sul muro sotto il ponte Branko a Belgrado è apparso un murale dedicato al gruppo paramilitare russo Wagner. Questa volta, gli autori di quel murale non si sono nascosti. Anzi, hanno pure lasciato la loro firma accanto a dove è scritto Narodne Patrole (Pattuglia popolare), un'organizzazione nazionalista serba.

Il giorno dopo, il disegno è stato rovinato, ma è stato subito ripristinato. Questo, ha spinto l'avvocato Čedomir Stojković e i rappresentanti del gruppo “Russi e Ucraini contro la guerra” a presentare una denuncia al pubblico ministero di Belgrado per le attività del gruppo Wagner in Serbia. Negli ultimi mesi questa formazione paramilitare è molto attiva per mobilitare i cittadini serbi a partecipare alla guerra in Ucraina. Agli interessati si offrono stipendi altissimi e polizze che tutelano i familiari in caso di morte in battaglia. I media russi che non sono censurati in Serbia hanno riportato che il reclutamento in Serbia è stato effettuato. Di recente, è apparso anche un video che documenta una squadra serba che si addestrava nei boschi del Donbass prima di raggiungere il fronte.

Dopo tutti questi episodi, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha criticato i rappresentanti di Wagner, dicendo: “Perché voi della Wagner invitate i cittadini serbi a combattere, sapendo che è contro la nostra legge?”. Inoltre, Vučić ha aggiunto che la Serbia è neutra rispetto alla guerra in Ucraina e che lui, da molti mesi, non parla con il presidente russo Vladimir Putin. Ma, nonostante la legge punisca chi si arruola tra i mercenari e ci siano state condanne per i cittadini serbi che sono andati a combattere con i russi nel Donbass, Belgrado non ha ancora aderito alle sanzioni contro Mosca.

Comunque, le parole del leader serbo dimostrano quanto è complicata la posizione della Serbia che cerca di mantenere i legami buoni sia con i paesi dell’Unione Europea che quelli storici con la Russia. Ma, questi ultimi non sono sempre stati buoni, anzi dopo la Seconda guerra mondiale, la relazione tra i due popoli slavi si è raffreddata, quando il presidente Josip Broz Tito prese le distanze dalla Russia.

Però, negli inizi della guerra nei Balcani occidentali, la Russia con il suo presidente Boris Eltsin si avvicinò di nuovo alla Serbia sostenendo la posizione serba durante le guerre in Bosnia, in Croazia e poi in Kosovo, ma con una differenza. All’epoca, la stessa Russia ha introdotto le sanzioni alla Serbia come il resto della comunità Europea. In ogni caso, questo fatto non ha spento l’amore tra i due paesi che diventava sempre più forte, fino al culmine quando nel 1999 al potere della grande sorella Russia è arrivato Vladimir Putin.

Il presidente russo è stato sempre molto amato tra i cittadini serbi già prima dell’inizio dell’aggressione in Ucraina, ma, da quando è cominciato il conflitto, in Serbia è quasi un'eccezione dire che sei contro Putin. Nel centro di Belgrado c’è anche un murale dedicato a lui, poi un altro in onore di Darja Dugina, la figlia dell'ideologo ultra-nazionalista russo Aleksandr Dugin, morta l’anno scorso in un attentano.

Al sud della Serbia, vicino alla frontiera con il Kosovo, c’è un villaggio che si chiama Putinovo. Per secoli questo villaggio è stato conosciuto come Adžince. Questo finché i cittadini, circa 40 anziani, nel 2017 hanno votato all'unanimità per ribattezzarlo in Putinovo ovvero il villaggio di Putin, per onorare il loro amore verso il leader russo. In questo piccolo villaggio, c’è solo una trattoria che si chiama Crimea e, per gli abitanti del paese, la regione autonoma dell’Ucraina dovrebbe far parte della Russia. Una tesi completamente opposta a quella più volte sostenuta dal presidente Vučić, ossia che la Crimea è Ucraina, il Donbass è Ucraina, e rimangono tali, come il Kosovo, la cui indipendenza non sarà mai riconosciuta dalla Serbia.

Tatjana Dordevic, giornalista

10 febbraio 2023

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!