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La messa al bando dell'HDP, grave errore politico

il Parlamento europeo condanna la repressione in Turchia

"La messa al bando del Partito democratico dei popoli (HDP) costituirebbe un grave errore politico nel medio termine e sferrerebbe un colpo irreversibile al pluralismo e ai principi democratici, lasciando milioni di elettori in Turchia senza rappresentanza".
Lo afferma il Parlamento europeo nella Risoluzione approvata l'8 luglio 2021 ("La repressione dell'opposizione in Turchia, in particolare l'HDP), in cui esprime "profonda preoccupazione per i continui attacchi e le continue pressioni sui partiti dell'opposizione in Turchia, e in particolare per il modo in cui l'HDP , compresa la sua organizzazione giovanile, è espressamente e sempre più spesso preso di mira dalle autorità turche".

La Risoluzione arriva dopo la sentenza con cui, il 21 giugno 2021, la Corte costituzionale turca ha approvato, all'unanimità, l'atto di accusa presentato dal procuratore capo della Repubblica contro l'HDP e la richiesta di scioglimento del partito. Una decisione che porterebbe all'interdizione politica per quasi 500 dei suoi membri e impedirebbe loro di svolgere qualsiasi attività politica nei prossimi
cinque anni, osserva il Parlamento europeo, condannando fermamente la sentenza.

Nell’imputazione il partito viene accusato di presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK, organizzazione fuorilegge in Turchia) per cercare di distruggere “l’integrità indivisibile dello Stato e della Nazione”. Una prima richiesta del procuratore, in marzo, era stata respinta per vizi formali.

Il documento approvato a Strasburgo condanna duramente il protrarsi della detenzione, dal novembre 2016, degli ex copresidenti dell'HDP Figen Yüksekdağ e Selahattin Demirtaș, leader dell'opposizione ed ex candidato presidenziale, nonostante la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) del 20 novembre 2018, sul caso "Selahattin Demirtaş contro Turchia", confermata dalla sentenza della Grande sezione del 22 dicembre 2020, che invitava le autorità turche a rilasciare immediatamente Demirtaş.

Duro il giudizio dei parlamentari europei anche sulla decisione delle autorità turche di revocare l'incarico di sindaci democraticamente eletti sulla base di prove opinabili e di sostituirli con amministratori non eletti, che mette a repentaglio la democrazia locale.

La Risoluzione denuncia poi la diffusa regressione delle libertà fondamentali in un paese dove i partiti di opposizione, e in particolare il Partito democratico dei popoli (HDP), sono continuamente e sempre più presi di mira dalle autorità, e condanna l'applicazione arbitraria dello Stato di diritto in occasione del processo di Kobane, su cui è basata l'accusa principale contro l'HDP, e nei relativi procedimenti giudiziari, in particolare la mancanza di indipendenza, imparzialità, equità totale della magistratura e delle garanzie procedurali.

Il Parlamento europeo si dice estremamente preoccupato dall'utilizzo improprio dell'ampia legislazione antiterrorismo, ribadisce l'invito alle autorità turche ad allineare la legislazione nazionale in materia di lotta al terrorismo alle norme internazionali ed esprime inoltre sgomento per la continua inosservanza e mancata applicazione da parte delle autorità turche delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, anche in altri casi, come quello di Osman Kavala, per i quali il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa potrebbe avviare procedure d'infrazione nei confronti della Turchia.

Infine il Parlamento europeo ritiene che per una soluzione pacifica della questione curda sia fondamentale non ostacolare la partecipazione dell'HDP alle istituzioni democratiche della Turchia e invita le autorità turche a garantire il pluralismo e a rispettare le libertà di associazione e di espressione conformemente alle tutele sancite dalla Costituzione turca e agli obblighi internazionali della Turchia.

12 luglio 2021

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