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La Turchia dopo le elezioni: chi difenderà i diritti umani?

di Murat Cinar

In Turchia si sono concluse il 14 maggio le elezioni politiche. Nella nuova formazione parlamentare ci saranno diverse persone impegnate già da tempo nella lotta per la difesa dei diritti umani.

Can Atalay è stato eletto presso il Partito dei Lavoratori di Turchia (TIP). Atalay, anche se ha già ottenuto il suo incarico, si trova tuttora in carcere. Il suo partito è ancora in attesa della sentenza del giudice per la sua scarcerazione. Atalay si trova in detenzione dal 25 aprile presso il centro penitenziario di Silivri, a Istanbul. La sua detenzione rientra all’interno del maxi processo Gezi, aperto per indagare, secondo la magistratura e il governo centrale, i sospetti legati al tentativo di un colpo di stato non armato durante la rivolta del 2013. Atalay ha sempre lavorato come avvocato e in questi anni ha difeso numerose persone denunciate e processate per via della loro partecipazione alla rivolta del Parco Gezi. Atalay ha, inoltre, prestato la sua professione per difendere i familiari delle vittime dell’esplosione della miniera di Soma del 2014, quando morirono 301 persone. Atalay ha, in aggiunta, lavorato per cercare giustizia nel processo dell’incidente ferroviario di Corlu, avvenuto nel 2018 e conclusosi con la morte di 25 persone. Si tratta di un incidente in cui la forte negligenza politica del governo centrale, così come una serie di presunte inottemperanze politiche in relazione a questioni tecniche, sono ancora sotto indagine. La direzione della ferrovia e i suoi governatori sono infatti accusati di aver utilizzato l’inaugurazione di un nuovo treno ad alta velocità per scopi propagandistici e di aver avviato l'infrastruttura  prima che essa fosse stata collaudata e posta in sicurezza. Infine, Atalay cerca da anni di difendere anche i diritti delle persone impiegate nel lavoro agricolo, così come il loro posizione lavorativa, la quale è costantemente minacciata dall'aumento sfrenato della cementificazione. Pochi mesi prima di essere arrestato, Atalay aveva rilasciato queste dichiarazioni al quotidiano nazionale Cumhuriyet: “Se sarò eletto lavorerò per difendere i diritti delle persone colpite dal terremoto a febbraio e per fare luce sull’ingiustizia che c’è dietro questo grande disastro”.

Ayşegül Doğan è stata eletta con il Partito della Sinistra Verde (YSP). Doğan si è formata in Francia come giornalista e ha lavorato per l’Agence France-Presse (AFP) ad Ankara e per il Courrier International a Parigi. Successivamente, ha lavorato come giornalista e traduttrice per il famoso quotidiano Le Monde diplomatique. Doğan, dal 2011 al 2016, ha condotto una trasmissione televisiva presso il canale IMC TV, il quale è stato poi chiuso - con un decreto emesso dal Presidente della Repubblica - nel 2016, durante lo stato d’emergenza dichiarato poco dopo il fallito golpe del 15 luglio dello stesso anno. Da quel momento in avanti è partito un grande processo che ha coinvolto anche Doğan come imputata, con l’accusa di “far parte di un’organizzazione armata”. Infine, nel 2020, Doğan è stata condannata a sei anni e tre mesi di carcere. La sua condanna è stata definita “uno degli esempi di come in Turchia la magistratura definisce il lavoro dei giornalisti come un’attività terroristica” dal Committee to Protect Journalists (CPJ). Doğan è tuttora in attesa del pronunciamento del tribunale, in quanto il suo ricorso contro la condanna e la richiesta per la rimozione della sua “libertà condizionale” devono essere ancora esaminati dagli organi preponenti.

Ömer Faruk Gergerlioğlu è stato eletto per la seconda volta. In questa nuova legislatura entra nel parlamento sotto la sigla del Partito della Sinistra Verde. Gergerlioğlu è un medico e difensore dei diritti umani. Dal 2007 al 2009 è stato il Presidente generale dell’associazione che lotta per i diritti umani Mazlumder. Nel 2017, anche Gergerlioğlu è stato vittima dei decreti di legge emessi dal Presidente durante lo stato d’emergenza ed è quindi stato sospeso come medico statale. La sua sospensione è diventata un processo e, per via delle sue dichiarazioni rilasciate ai media, egli è stato condannato con l’accusa di “attività terroristica”. Nel 2018 è stato eletto come parlamentare con il partito d’opposizione, il Partito Democratico dei Popoli (HDP). In quella legislatura, Gergerlioğlu si è concentrato principalmente sui diritti delle persone detenute, opponendosi ai controlli a corpo nudo fatti dentro le carceri, le detenzioni dei minorenni, la violenza nei centri penitenziari e l’immigrazione forzata delle persone perseguitate dalla Turchia verso l’Europa. Nel mese di marzo 2021 gli è stata revocata l’immunità parlamentare e, pochi giorni dopo, è stato arrestato dentro il Parlamento nazionale. Pochi giorni dopo la sua scarcerazione, nel mese di aprile dello stesso anno, Gergerlioğlu è stato arrestato di nuovo. Alla fine nel mese di luglio 2021, la Corte Costituzionale ha certificato come, nell'ambito del suo processo, non siano stati rispettati i suoi diritti politici, consentendo quindi a Gergerlioğlu di potersi ricandidare e, infine, di poter essere eletto nella nuova legislatura.

Nella ventottesima legislatura del Parlamento turco ci saranno tante altre deputate e deputati difensori dei diritti umani. Difendere i diritti umani è uno dei punti che unisce queste persone, ma non è l’unico. Infatti, 58 tra le persone candidate hanno deciso di firmare, poche settimane prima del voto, una dichiarazione di intenti contenente la promessa di difendere i diritti delle persone lgbtq+. Undici tra queste sono state elette la sera del 14 maggio. Sono; Gökçe Gökçen, Erkan Baş, Sera Kadıgil, Ahmet Şık, Burcugül Çubuk, Kezban Konukçu, Özgül Saki, Sırrı Süreyya Önder, Sevilay Çelenk, Tülay Hatimoğulları e Perihan Koca. La dichiarazione, preparata dall’associazione nazionale SPOD,  comprende dieci punti riguardanti, tra le altre cose, il linguaggio politico da utilizzare durante e dopo la campagna elettorale, le modalità di svolgimento delle attività parlamentari tese al riconoscimento dei diritti delle persone lgbtq+ nel rispetto delle convenzioni internazionali in materia, così come la promessa di lottare per evitare i crimini d’odio e di rafforzare il sistema giuridico per garantire una vita più sicura e libera per questə cittadinə.

Lo scenario in cui la Turchia si trova, a seguito delle elezioni del 14 maggio, è abbastanza incoraggiante, visto che il principale partito del governo continua a perdere milioni di voti. Tuttavia, la coalizione in cui esso si trova è, purtroppo, sempre più piena di partiti e politici noti per le proprie dichiarazioni e promesse sessiste e omotransfobiche. La Turchia avrà, molto probabilmente, il governo più di destra della sua storia, caratterizzato da un profilo ultranazionalista, fondamentalista e omotransfobico. Per questo motivo, ci sarà molto lavoro da fare per coloro che lotteranno per la difesa dei diritti umani nel Paese.

Murat Cinar, giornalista esperto di Turchia

5 giugno 2023

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