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In Iran le donne dicono basta

le proteste dopo la morte di Mahsa Amini

La morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta lo scorso venerdì a Teheran dopo che era stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente l'hijab e i pantaloni, ha scatenato la furia di manifestanti in tutto l’Iran, che sono scesi in piazza contro il trattamento inspiegabile e talvolta brutale riservato alle donne da questo specialissimo ramo delle forze armate.

Secondo Middle East Eye, almeno tre persone (per alcune fonti cinque) sarebbero morte nella regione curda del paese, da cui proveniva Mahsa.

A Teheran manifestanti vestiti di nero hanno gridato "Verrà il giorno in cui saremo armati”, “morte al dittatore” e altri slogan contro il potere centrale. L’hashtag in persiano #MahsaAmini ha ottenuto quasi due milioni di menzioni su Twitter.

Secondo la ricercatrice Mahsa Alimardani la morte di Amini ha provocato manifestazioni inaspettate proprio da parte delle donne che generalmente non sono attive politicamente in quanto “disturbate da ciò che è accaduto a Mahsa perché sarebbe potuto succedere letteralmente a chiunque”.

Tra le prese di posizione più interessanti c’è sicuramente quella della popolarissima attrice Anahita Hemmati, che su Instagram ha postato una serie di foto in solidarietà con Mahsa oltre a un video in cui si appariva calva e mostrava ciocche di capelli contro la repressione verso le donne.

Da segnalare che le proteste più violente si sono tenute proprio nella regione curda i cui abitanti da sempre soffrono le discriminazioni di Teheran e che negli ultimi mesi avevano più volte manifestato.

Come ha scritto Pierre Haski per France Inter (ripreso in Italia da Internazionale): “Raramente abbiamo visto una così ampia frattura tra gli anziani religiosi alla guida dello stato e i giovani che chiedono solo di vivere liberalmente. In Iran, come in Afghanistan dopo il ritorno dei taliban, le donne sono le prime vittime del potere teocratico. Resistono come possono e per questo meritano tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione".

20 settembre 2022

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