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Nobel a Orhan Pamuk

per la letteratura 2006

Orhan Pamuk è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura il 12 ottobre 2006 con la seguente motivazione: "nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture".

Opere


Il castello bianco, Torino, Einaudi, 2006
La casa del silenzio, Milano, Frassinelli, 1993
Il libro nero, Milano, Frassinelli, 1996
La nuova vita, Torino, Einaudi, 2000
Il mio nome è rosso, Torino, Einaudi, 2001
Neve, Torino, Einaudi, 2004
Istanbul, Torino, Einaudi, 2006

Biografia

Orhan Pamuk nasce a Istanbul nel 1952 in una famiglia borghese e frequenta il liceo americano della città. Si iscrive in un primo momento alla facoltà di architettura dell'Università Tecnica di Istanbul per volere della famiglia, per poi decidere definitivamente di dedicarsi alla letteratura, scegliendo l’Istituto di Giornalismo dell'Università di Istanbul, dove si laurea nel 1977. Divorziato, ha una figlia di nome Rüya. Dal 1985 al 1988 si trasferisce negli Stati Uniti dove diventa “studioso ospite” alla Columbia University di New York, ma dopo la breve parentesi americana torna definitivamente a Istanbul, dove comunque rifiuta il titolo di "artista di Stato" assegnatogli dal governo turco. 
Nell’estate del 2005 viene incriminato dalla magistratura del suo paese a seguito di alcune dichiarazioni fatte a una rivista svizzera sul genocidio degli armeni e i massacri dei curdi. 
Il processo, che ha attirato l'attenzione della stampa internazionale, iniziato il 16 dicembre 2005, è stato successivamente sospeso in attesa dell'approvazione del ministro della giustizia turco. Nonostante il grande successo riscosso in patria, una parte dell'opinione pubblica turca, quella più sensibile alla propaganda dei nazionalisti, si è schierata contro Pamuk, nel clima incandescente della messa sotto esame della Turchia per l’accesso all’Europa Comunitaria. A seguito delle pressioni internazionali e dell’imbarazzo del governo turco, le accuse sono state ritirate il 22 gennaio 2006 con la motivazione che il fatto non costituisce reato per il nuovo codice penale.

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