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Genocidio Herero e Nama

In quello che gli storici ritengono sia stato il primo genocidio del ventesimo secolo, si contano almeno 65mila vittime, uccise in battaglia, giustiziate, fatte morire di fame nel deserto o di sfinimento nei campi di lavoro. 

In questa occasione infatti le truppe tedesche costruirono campi di lavoro e concentramento, con condizioni di vita miserabili: a Swakopmund, dove vennero imprigionati soprattutto donne e bambini che venivano utilizzati per scaricare le navi attraccate in porto, e sull’isola di Shark Island, inaccessibile e lontana dalla vista, il cui scopo non era raccogliere gli schiavi, ma eliminare definitivamente i prigionieri. 

Uomini e donne venivano spediti su vagoni bestiame chiamati “transport” verso destinazioni remote, dove erano sistematicamente sterminati. 

Abbiamo seguito, negli anni, il lungo iter di riconoscimento del genocidio da parte tedesca, che ha portato all'accordo di riconciliazione del 2021.