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50mila volte grazie per aver scelto il Memorioso

gli studenti di tutta Italia insieme a distanza per onorare la Memoria

Massimiliano Speziani mette in scena "Il Memorioso"

Massimiliano Speziani mette in scena "Il Memorioso"

Oggi, in occasione del Giorno della Memoria in diretta streaming dal Centro Asteria di Milano, più di cinquantamila studenti si sono collegati da tutta Italia per un momento insieme di ricordo, di riflessione profonda e perché no anche di qualche sorriso, regalato dall’attore Massimiliano Speziani che, con il suo spettacolo Il memorioso. Breve guida a distanza alla memoria del bene - scritto a quattro mani da Speziani insieme a Paola Bigatto sugli scritti di Gabriele Nissim -, parla con estrema delicatezza del male più indicibile e del bene più prezioso.

Speziani, a dieci anni esatti dalla messa in scena del primo Memorioso, con inconfondibile ironia e passione racconta storie necessarie, quelle dei Giusti, di chi ha salvato e di chi ci ha provato senza riuscirci ma non per questo deve essere dimenticato, il coraggio degli inascoltati come Armin Wegner e Jan Karski, i Giusti che non sono eroi, hanno paura, ma ciò non impedisce loro di sentire il richiamo del bene, le donne e gli uomini che di fronte alla sofferenza degli altri hanno avuto il coraggio di fare la scelta, i protagonisti della Storia che vorremmo sentire…

Prima della rappresentazione offerta dall’Associazione Giardino dei Giusti di Milano (composta da Gariwo insieme al Comune di Milano e all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), sono intervenuti per i ragazzi anche il Presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé, Suor Elisabetta Stocchi, co-direttrice del Centro Culturale Asteria, il Presidente di Gariwo Gabriele Nissim e l’onorevole Emanuele Fiano, che ha arricchito l’incontro di una testimonianza nata dall’esperienza del padre recentemente scomparso, Nedo Fiano, che ha vissuto l’inferno di Auschwitz e ha deciso di raccontarlo, per quanto male potesse fare. Il ricordo del padre è anche quello di tutte le persone che si sono spese per la libertà e la democrazia, che, dice Emanuele, “ci è stata regalata, ma che potremmo anche perdere; dobbiamo essere coscienti che il male può tornare se lasciamo che lo faccia.”

Lo spazio per le domande del pubblico ha infine acceso la luce sui pensieri e i quesiti che scaturiscono dopo aver affrontato un tema insieme così difficile e stimolante:

Il bene come antidoto al male corrisponde alla verità di sé stessi. Il dovere della Memoria è un qualcosa di importante che appartiene a tutti” dice Emanuele Fiano quando uno degli studenti chiede come fa ad avere la forza di parlare di suo padre e di quello che ha vissuto; “I giovani memoriosi, dice poi Speziani, sono fondamentali per non lasciare che il virus dell’indifferenza ci contagi”.

“Come si risponde a una persona che non crede alla Shoah?”, un quesito difficile quello posto al Console onorario d’Armenia in Italia e co-fondatore di Gariwo Pietro Kuciukian, “Il negazionismo, risponde, è la continuazione della perpetrazione di un genocidio, negandolo si crea la possibilità che si possa ripetere.” E poi Come si può essere Giusti oggi?” chiedono i ragazzi al presidente Nissim, “Il male nel mondo avviene perché gli uomini hanno scelto di farlo, dice Nissim, non è un qualcosa di astratto. I Giusti sono quelli che hanno deciso di fare una scelta diversa, ed è sempre possibile farla. Si può scegliere di amare e difendere la pluralità umana. La grande sfida dei Giusti è quella che l’umanità possa vincere”.

Come facciamo ribellarci al male noi che siamo piccoli?”, chiedono dei giovanissimi studenti alla responsabile della Commissione educazione e co-fondatrice di Gariwo Anna Maria Samuelli Samuelli. “Cercare le storie dei Giusti è già un piccolo passo verso la strada che vi conduce a luoghi sempre più belli, ci sono tante piccole occasioni per far capire con i vostri comportamenti quali sono i sentimenti più preziosi, lì sta la voce dei Giusti.”

Lo spettacolo Il Memorioso lascia certo con tante domande, la voglia di conoscere, ma soprattutto con la consapevolezza che per fare il bene non c’è bisogno di essere perfetti, c’è bisogno di essere umani.

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