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Belgrado e il suo campo di concentramento dimenticato

di Tatjana Dordevic

Costruito negli anni '30 del XX secolo, Staro Sajmište venne inizialmente concepito come una grande area fieristica situata in Serbia. Successivamente, durante la Seconda guerra mondiale, venne trasformato in un campo di concentramento nazista, dove persero la vita quasi 7.000 ebrei, circa 10.000 serbi e diverse decine di rom. Durante la guerra, dal 1941 al 1944, più di 30.000 persone furono detenute all’interno del campo di concentramento di Staro Sajmište.

Quest’ultimo, considerato ai tempi il più grande campo di concentramento dell'Europa sud-orientale, fu inizialmente concepito per ospitare solo ebrei. Tuttavia, già a partire dalla metà del 1942, quando Belgrado poté essere dichiarata "Judenfrei" (libera dagli Ebrei), il campo iniziò a raccogliere anche prigionieri di guerra, avversari politici provenienti da tutta la Jugoslavia, partigiani e detenuti costretti ai lavori forzati. Il campo venne diviso in due parti, una serba ed una destinata agli ebrei. Nella parte serba, gli internati erano principalmente prigionieri politici, mentre in quella ebraica, venivano generalmente imprigionati ebrei e rom.

Nel settembre del 1944, quando l'esercito sovietico si stava avvicinando a Belgrado, le truppe naziste decisero di distruggere il campo di concentramento di Staro Sajmište. Dopo la guerra, il luogo venne utilizzato per decenni con lo scopo di compiere diverse attività, come ad esempio una fabbrica di zucchero e un campo di addestramento militare. Solo agli inizi degli anni '90 venne deciso di avviare un progetto urbanistico di riqualificazione, con l'intento di trasformarlo in un centro di ricerca e memoria.

Tuttavia, ad oggi, il progetto non è ancora stato completato.

Nel 2008, il comune di Belgrado Nuova - Novi Beograd, la parte moderna della città, dove si trova Staro Sajmište, ha preso la decisione di costruire un Museo dell'Olocausto sul sito del campo. Lo stesso anno, al Museo delle Belle Arti di Belgrado, sono state organizzate una serie di mostre e workshop dedicati a questo campo e alle sue vittime. Nonostante ciò, un altro decennio di inattività è tristemente trascorso.

Nel 2020 Il Parlamento serbo ha approvato una proposta di legge per stabilire un Memoriale nel sito del campo. La direttice di Staro Sajmište, Krinka Vidakovic Petrov, ha quindi dichiarato come siano previsti diversi progetti per la ristrutturazione del campo, come ad esempio l'apertura di due musei, all’interno dei quali verranno esposti documenti, fotografie e prove dei crimini commessi.

Tornando al 2019, si segnala come sia stato aperto quell’anno un asilo nido in uno degli edifici del campo, nonostante il passato tragico e la memoria storica del luogo. Nel 2018 è stato anche inaugurato un ufficio del partito Srpska Napredna Stranka (Partito Progressista Serbo) all'interno del campo, il cui presidente è lo stesso dello Stato, Aleksandar Vučić. Resta infine da sottolineare come una parte del complesso sia stata ceduta o affittata a società private, le quali hanno aperto al proprio interno ristoranti, bar, palestre e discoteche.

Attualmente, nonostante ciò abbia suscitato molte polemiche e critiche, sono in corso i lavori di demolizione del padiglione tedesco che si trova all'interno del campo. Il Centro per la Ricerca e l'Educazione sull'Olocausto in Serbia ha fatto appello alla giunta comunale affinché la demolizione venga fermata, in quanto essa viene eseguita senza l'identificazione dell'appaltatore e senza un cartello informativo del cantiere. Secondo il Centro, la mancanza di informazioni trasparenti sul cantiere costituisce una preoccupazione particolare, in quanto il padiglione tedesco è stato un sito importante durante l'Olocausto e rappresenta una testimonianza storica cruciale.

Sul sito web dell'Istituto per la Protezione dei Monumenti Culturali di Belgrado è indicato come il campo di Staro Sajmište sia un monumento culturale dal 1987.

Viene al contempo sottolineato, allo stesso indirizzo web, come il padiglione tedesco non possa essere considerato un monumento culturale, nonostante si trovi all’interno del sito del campo, in quanto esso si disloca in un’area del campo non protetta.

Anche se situato nel centro di Belgrado, Staro Sajmište è ancora poco accessibile, poco visibile e poco conosciuto, al punto che molti cittadini non sono ancora conoscenza della sua storia. Secondo il giornalista serbo Veran Matić, i luoghi della memoria devono riflettere il rispetto nei confronti delle vittime e devono rimanere liberi da interessi politici o di altra natura.

Per questo motivo, sarebbe fondamentale per Belgrado e per la Serbia avere un memoriale che affronti le pagine tristi del proprio passato.

Tatjana Dordevic, giornalista

31 marzo 2023

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