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Lampedusa, inaugurato il memoriale dei migranti

Nissim: “Anche mia madre scappò dai nazisti grazie ai pescatori”

Alle 3.30 della scorsa notte è stato presentato “Nuova speranza”, il memoriale per ricordare tutte le vittime del 3 ottobre 2013, a cura di Vito Fiorino e Gariwo. 

LAMPEDUSA (AG), 3 OTTOBRE Alle 3.30, il silenzio del ricordo delle 368 vittime è stato interrotto dall’abbraccio tra alcuni superstiti e Vito Fiorino, l’uomo che quella notte con il suo peschereccio ha salvato 47 persone.

Troppo poche, rispetto all’enorme numero di nomi riportati nel memoriale “Nuova speranza”, l’opera voluta e ideata da Fiorino insieme a Gariwo, che da oltre vent’anni è impegnata a cercare e ricordare quelle persone che hanno preso la decisione di salvare vite umane in momenti di emergenze e ingiustizie. Come sei anni fa, al largo della Spiaggia dei Conigli.

“Eccidi senza il ricordo dei nomi servono a chi vuole rimuovere le sofferenze e anestetizzare le coscienze”, ha spiegato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, davanti a un commosso Fiorino, che con il memoriale vede realizzato un sogno che portava avanti da molto tempo. Così piazza Piave, gremita di lampedusani e di migranti, ha provato a restituire dignità a tutte le vittime del 3 ottobre 2013.

“Chi si è gettato in mare non solo ha salvato delle vite – ha continuato Nissim - ma ha mostrato che ognuno di noi nel suo piccolo ha sempre una possibilità di scelta”.

Nissim ha inoltre lanciato una provocazione verso chi sminuisce la tragedia del Mediterraneo rispetto alle grandi ingiustizie della Storia: “Se io sono potuto venire al mondo lo devo a dei pescatori, che con la loro barca, nel 1943, portarono i miei nonni, mia mamma e le sue sorelle dall’isola di Evia in Grecia fino alle coste della Turchia. Allora in Grecia erano appena arrivati i tedeschi, che cominciarono i preparativi per la distruzione della comunità ebraica. Mia madre era sopravvissuta per la scelta responsabile dei pescatori di fronte alle persecuzioni degli ebrei”.

Le celebrazioni continueranno nel pomeriggio: alle 16.30, si svolgerà una cerimonia durante la quale verrà piantato un ulivo e svelata la targa dedicata ai “Giusti” che hanno contribuito a salvare i superstiti alla tragedia, figure come Fiorino che “non sono state indifferenti e si sono assunte una responsabilità di fronte a chi moriva nel Mediterraneo”.

Al progetto ha deciso di partecipare anche lo street artist torinese Neve (Danilo Pistone), che nei pressi del memoriale ha dipinto un murale dedicato alla tragedia dei migranti.

IL MEMORIALE

L’interno del memoriale vuole essere lo scheletro di una barca; attorno ad essa, una spirale che dall’alto verso il basso l’avvolge; su di essa 366 nomi, alla base una chiazza azzurra che vuole simboleggiare il mare. Quel mare che li ha inghiottiti tragicamente e che, insieme all'indifferenza di chi li ha avvistati nella notte pensando di recuperarli la mattina successiva, non ha permesso loro di vedere l’alba.

Perché nasce questo memoriale? "In tutti questi anni, dal 3 ottobre 2013, avevo il pensiero fisso di come questi esseri umani, donne, bambini e uomini fossero stati numerati da 1 a 366 e dispersi nei vari cimiteri agrigentini senza un punto comune per essere onorati e ricordati”, ha dichiarato Fiorino. “Così, quando mi sono recato a Stoccolma a trovare parte dei ragazzi che ho salvato quella notte, ho espresso loro il desiderio di creare un memoriale a Lampedusa. Ho iniziato a parlarne con associazioni e persone comuni, ho preparato un primo schizzo dell’idea e ho chiesto aiuto all’amica Gaia Rossi, architetto, che in poche ore ha sviluppato il mio pensiero".

Un’idea condivisa da Gariwo: “Quando Vito ci ha detto di voler realizzare un monumento che ricordi a tutti la tragedia del 2013 ho provato grande tenerezza, perché ho pensato al suo trauma personale e al fatto che quasi concepisse quel monumento come un atto riparatore per

non aver potuto salvare tutti”, spiega il presidente Nissim. “Ma poi, promettendogli tutto il nostro appoggio, gli ho suggerito che quel monumento non fosse soltanto un simbolo di lutto, ma che testimoniasse alle generazioni future la possibilità di scelta di ogni essere umano”.

NEVE

Considerato uno degli esponenti più rinomati del neomuralismo in Italia, Neve ha dipinto a mano libera muri iperrealistici di titaniche dimensioni in tutta Europa ed ha esposto opere ovunque nel mondo. Ogni sua opera infatti propone un messaggio, una domanda o quantomeno uno spunto di riflessione, nell’intento di dialogare con l’osservatore su temi archetipici dell’essere umano o su vicende di attualità. 

3 ottobre 2019

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Lampedusa, a sei anni dal 3 ottobre 2013

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