Il 27 settembre 2017 è morta a Praga Zusana Ruzickova - celebre musicista - discendente di una ricca e numerosa famiglia cecoslovacca di Pilsen, sopravvissuta al nazismo. Grande interprete di Bach, quando fu deportata in un campo di lavoro portò con sé un piccolo frammento manoscritto dei suoi spartiti.
Secondo Ruzickova, che sapeva essere molto ironica sulla propria vicenda, Bach era "un povero orfano tedesco", mentre lei che era di una ricca famiglia Cecoslovacca, in qualche modo lo poteva adottare: portò la sua musica in tutto il mondo con la sua arpa e curò il 90% dell'archiviazione delle incisioni dell'opus bachiano al mondo.
La musica salvò Zusana dalla polmonite - all'età di 9 anni. In seguito volle suonare per molte ore al giorno per far riprendere le capacità delle sue mani, provate dal campo di lavoro (dal quale era uscita malata di malaria e denutrita). Dopo la guerra, con l'appoggio del marito musicista Viktor Kalabis, divenne "l'interprete che riportò Bach in Germania".
Ruzickova non volle unirsi a uno dei Kindertrasport - i treni della salvezza Praga-Londra organizzati da Nicholas Winton per i bambini cecoslovacchi - per rimanere con i familiari; la musicista rifiutò anche di aderire al Partito Comunista - che le confiscò di conseguenza tutta la valuta straniera -, ma non emigrò all'Ovest per evitare ripercussioni sui suoi parenti in Cecoslovacchia.
Oggi la vita di Zusana Ruzickova è narrata in un film, Zuzana: Music Is Life (la musica è vita), di Harriet e Peter Getzels, che è stato presentato per la prima volta in Europa due giorni dopo la sua scomparsa e ha inaugurato l'Aspen Festival (Colorado) questa settimana.