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Perseguitato perché cosmopolita

scomparsa del poeta Naum Korzhavin

Venerdì 29 giugno si è spento nel North Carolina all'età di 92 anni il poeta di origine ebraica Naum Korzhavin. Nato in Ucraina, a Kiev, nel 1925, Korzhavin fu perseguitato dall'URSS per 40 anni perché considerato un elemento "asociale" a causa del suo presunto "cosmopolitismo". Conobbe gli arresti, l'ospedale psichiatrico, la prigione, la condanna all'esilio interno, e infine decise di ritirarsi in un esilio vero e proprio negli Stati Uniti - dove rimase dal 1972 fino alla morte. 

In Russia c'è un proverbio secondo cui "non si poteva sopravvivere all'URSS senza perdere qualcosa". Korzhavin non fece eccezione: lo stalinismo gli requisì i beni di famiglia durante la collettivizzazione e lo privò della libertà. Oggi le sue poesie sono conosciute a memoria dalla maggior parte dei russi, ma ciò è avvenuto a un prezzo altissimo. 

Prima di tutto Korzhavin era inviso al regime perché, ancora mentre l'URSS combatteva a Stalingrado, scrisse nella poesia Invidia che la sua era una generazione priva di eroismo. Fu arrestato nel cuore della notte nel dormitorio della Facoltà di Lettere alla quale era iscritto e visse la sua prima esperienza "kafkiana" nel sistema carcerario russo. Al momento dell'arresto non aveva con sè alcun manoscritto, in quanto li teneva in casa di amici - non perché avesse niente da nascondere, come ha ricordato 40 anni dopo, ma semplicemente perché da solo non era in grado di averne cura. Quando si trovò davanti ai poliziotti, però, chiese loro con ingenuità e stupore che cosa avesse fatto di male, in quella che considerò una "gara di idiozia" con i suoi inquisitori. 

Non si è mai saputo esattamente se Korzhavin avesse anche scritto una poesia satirica su Stalin. Molti pensano che a condannarlo agli occhi del dittatore fosse il suo "cosmopolitismo", un'accusa che ha un preciso significato storico ed esiti molto violenti. Fa infatti parte dell'armamentario ideologico degli antisemiti, compresi i nazisti che attribuivano ogni forma di universalismo a un complotto ebraico.

Giunto negli Stati Uniti, Korzhavin proseguì la sua carriera, tornando spesso anche in Russia, dove poté tornare numerose volte. Nel 1977 redasse una "lettera a Mosca", dove spiegava ciò a cui l'esilio l'aveva costretto: perdere il proprio Paese senza avere smesso di amarlo, nel contempo essere costretti a rinascere in una terra sconosciuta, dove a volte trovava difficile esprimersi, perché aveva una cultura "gioiosa" che faceva a pugni con i suoi sentimenti di esiliato. 

Korzhavin scrisse diversi libri, tutti in inglese: The Time Given (da cui oggi è tratto un documentario omonimo sulla sua figura), Years, Times e Intertwinings. Prima di morire stava lavorando a At the Turn of the Century.

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