La Commission for International Justice and Accountability (CIJA) è formata da investigatori ed esperti legali che precedentemente hanno lavorato nei tribunali internazionali della ex Jugoslavia e del Ruanda.
Negli ultimi tre anni, secondo Guardian e Frankfurter Allgemeine Zeitung, hanno lavorato a una missione rischiosa: portare fuori dalla Siria i documenti che inchiodano Bashar al Assad. Ne è uscito un file di 389 pagine di prove sui crimini commessi dal dittatore siriano e da 24 alti ufficiali del suo regime.
Il lavoro della Commissione è decisamente rischioso. Un investigatore è stato ucciso, un altro gravemente ferito e diversi collaboratori sono stati incarcerati e torturati. La Commissione, finanziata da Regno Unito, Stati Uniti, Unione Europea Germania, Svizzera, Norvegia, Canada, Danimarca e altri Paesi, si sta ora occupando della condotta in guerra sia del regime che dei gruppi di opposizione estremisti, portando alla luce la soppressione del dissenso, le incarcerazioni, le uccisioni e torture contro le migliaia di detenuti nelle carceri siriane e dettagliate informazioni sulla catena di comando del regime siriana.
Uno dei membri, che il Guardian chiama con lo pseudonimo di Adel per proteggerlo, ha dichiarato: "Il lavoro ha causato enorme stress alla mia famiglia, costringendomi ad assenze prolungate e a una vita nella paura. Ma credo ancora nella causa della giustizia, e spero un giorno di poter vedere una corte che giudichi le alte cariche siriane inchiodandole alle proprie responsabilità per i crimini commessi".
Nella sede centrale della CIJA, segreta per ragioni di sicurezza, il materiale archiviato va ben oltre quelle 389 pagine che già basterebbero a provare le colpe del regime siriano. Si parla di 470.000 video testimonianze e di oltre un milione di pagine concernenti la struttura gerarchica del sistema politico, militare e giudiziario siriano.