Si è spento all'età di 71 anni Philippe Daverio, critico d'arte, scrittore, gallerista e divulgatore. 
Uomo di grande cultura, simpatia e umanità, con Gariwo nel 2018 aveva lanciato il libro 100 Giusti del mondo, la raccolta di figure esemplari illustrate da Jean Blanchaert, dedicata a quanti si sono battuti e ancora si battono in tutto il mondo in difesa della dignità umana. 

Addolorati per questa triste scomparsa, vogliamo ricordare Philippe Daverio con le parole che lui stesso aveva utilizzato per "parlare di Giusti".

"È giusto parlare di Giusti. I giusti accompagnano la nostra memoria. Ne sono l’esempio. E sono d’ogni tipo, uomini di fede, uomini laici, donne di fede, donne laiche. Pensano che l’altro sia i prossimo e lo amano con lo stesso amore che portano a loro stessi. Per questo sono umani e umanisti per definizione. Sono loro la testimonianza del superamento della bestia, sono il motore della civiltà. E sono purtroppo rari ma non rarissimi. Ricordarli è cosa giusta e come tale buona, addirittura bella.

È semplice essere giusto, ma non affatto facile. Richiede grande fermezza nelle tempeste dell’esistenza, richiede determinazione nel giudizio e coraggio nella sua applicazione. Ma il coraggio è cosa ambigua: il coraggio dell’iniquo è l’ira. Il coraggio del giusto è cosa più complessa. Bene lo sapeva don Abbondio quando sosteneva che “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Il coraggio è una dote.
E pure ben lo sapeva già Lao-Tze che “…essere amato profondamente da un altro ti dà forza, però amare un altro profondamente ti dà coraggio”.

La memoria è la prima fonte dell’etica: in questi disegni Jean Blanchaert se ne va a rivangare la memoria, se ne va a testimoniare la memoria e riporta agli occhi di chi vuole vedere l’esempio dei giusti, alcuni famosissimi, altri che sono volutamente rimasti schivi, perché il giusto non si misura con la fama e meno ancora con l’apparenza. Il giusto è tale non per natura ma contro natura, il giusto è il punto massimo della civiltà."