Sommariamente processato – dopo il quarto arresto – Bukovskij nella primavera del ’71 era stato condannato a sette anni di prigione e di lavori forzati, con l’accusa di aver pubblicato all’estero un libro che dava notizie sui dissidenti intitolato Una nuova malattia mentale in Urss: l’opposizione. Per la prima volta nella storia dell’Urss si formava un movimento di dissenso unificato, capace di far giungere la propria voce in Occidente. Nella circostanza del processo, insorgendo contro l’opprimente piattezza delle “verità” ufficiali, Bukovskij disse ai suoi giudici:” La nostra società è malata di paura, sopravvivenza dell’era staliniana. Ma il processo di guarigione spirituale è già cominciato e non può essere interrotto.”
Espulso dall’Unione Sovietica come “pazzo criminale e agente della sovversione”, nel 1991 ha fatto il suo primo viaggio in Russia su invito ufficiale di Boris Eltsin. Dopo aver vissuto per molti anni in Inghilterra, è morto a Cambridge il 27 ottobre 2019.