L'opera di Osip Mandel'štam, germinata sul ceppo del simbolismo russo, raggiunse la piena maturazione nell'ambito del movimento acmeista. I cinquanta componimenti compresi in questo volume attingono in parti uguali alle due stagioni della poesia del poeta.
Mandel'štam ha creato uno dei sistemi poetici più elaborati e originali della letteratura del XX secolo. Il suo interesse per le forme classiche e per un’armonia architettonica lo avvicina a Paul Valéry; le immagini dense, impreviste ed enigmatiche fanno pensare ai surrealisti; il gusto per le citazioni e le reminiscenze letterarie, nonché per il montaggio e la riutilizzazione di motivi culturali antichi, evoca Thomas Stearns Eliot ed Ezra Pound. In Mandel'štam, però, questi elementi si saldano in un’unità specifica, inimitabile: la parola, intesa in tutta la sua pienezza e in tutta l’apertura delle sue connotazioni fonetiche, etimologiche e semantiche, è il materiale della poesia che lotta contro il vuoto, l’amnesia, la morte, e che in tal modo svela le sue potenzialità trascendenti.
Descrizione tratta dal sito Einaudi.it