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Sotto Falso Nome

di Frediano Sessi Einaudi Ragazzi, 2022

Sotto Falso Nome è un avvincente racconto di scambio di identità e fuga, che narra con semplicità la complessità umana durante la Seconda guerra mondiale, uno dei periodi più tragici della storia dell'umanità. 

Le protagoniste di questa appassionante cronaca familiare sono due città e due famiglie, le quali saranno legate per sempre a doppio filo dalla profonda amicizia tra Luisa e Lilli. Una amicizia più potente delle ingiuste leggi razziali e che avrà la forza di cambiare il destino dei Rampi e dei Gizelt-Frankl

Ci siamo rese conto che eravamo diverse solo quando le leggi contro gli ebrei ci collocarono in due categorie razziali: tu ariana e italiana pura, io ebrea e straniera in patria, nemica dell’Italia, scrive la Lilli adulta in una delle tante lettere all'amica Luisa. Entrambe italiane originarie di Fiume. Eppure, quest'ultima era considerata ≪di razza italiana ariana≫ mentre Lilli e la sua famiglia perseguitate perché ebree.

L’autore si addentra nella vita delle due famiglie con gentilezza e ricostruisce la memoria di quegli anni attraverso le testimonianze e i ricordi dei familiari e dei vicini ancora in vita, supportato da un attento lavoro di ricerca tra documenti di Archivi storici e biblioteche. Segue le tracce del passaggio dei Rampi e dei Gizelt-Frankl tra Mantova e Fiume e ne riporta alla luce le orme, rimaste sepolte per anni. 

La ricerca inizia a Mantova, in viale Gorizia numero sei. Lì, negli anni Quaranta si trovava una palazzina che ha accolto due famiglie e permesso un grande gesto di solidarietà umana. È il 1943 e le persecuzioni nazifasciste nei territori controllati dal Reich sono all’ordine del giorno. Luisa e il marito Francesco Rampi sono una giovane coppia innamorata. Si trasferiscono a Mantova nel 1942, colmi di aspettative per il futuro. Pochi mesi dopo, però, gli equilibri della famiglia si spezzano e le speranze si spengono: Francesco viene richiamato alle armi e inviato in Sardegna. Nel frattempo anche Mantova cambia veste e si tinge di nero. Luisa si ritrova sola in un città a lei sconosciuta e con una figlia piccola. L'idea di ritornare a Fiume, sua città di origine, è sempre più impellente.

Intanto, Fiume è controllata dalle truppe naziste che ne eliminano progressivamente il fermento e la ricchezza. Gli ebrei, gli oppositori politici e chiunque sia perseguitato sa che per salvarsi deve fuggire. Lilli Gizelt, il padre Massimiliano, la madre Erna, il fratello Carlo e il fidanzato Robert Frankl sono in serio pericolo: frequentavano ambienti borghesi, avevano lavori prestigiosi, ciononostante ciò che conta di più è che sono ebrei. In loro soccorso arriva Luisa, amica di scuola di Lilli, che, in accordo con il marito, propone alla famiglia Gizelt lo scambio di identità: da quel opomento i Gizelt diventano i Rampi e si trasferiscono a Mantova, mentre Luisa torna a Fiume dalla madre.

Nel racconto cronaca e memoria si intrecciano e i protagonisti vengono mano a mano messi a fuoco attraverso i ricordi e le testimonianze dei propri figli (Maria Anita e Paolo Rampi e Susy Frankl), allora ragazzini. Il lettore rivive insieme a loro la brutale quotidianità della guerra, i faticosi anni di ripresa nel dopoguerra e gli avvenimenti più significativi nella storia delle due famiglie.

“Perché, è bene ammetterlo, tutti noi appartenevamo alla maggioranza silenziosa, in disaccordo totale con i sostenitori di Mussolini e dei tedeschi, ma attenti solo a farci i fatti nostri”, riporta Damiano, un inquilino della palazzina in viale Gorizia sei. Luisa e Francesco Rampi, però, non appartengono a quella maggioranza. Sono persone comuni, che, nonostante l'oblio della guerra, non restano indifferenti di fronte alla disumanità delle leggi razziali e delle persecuzioni. Nella loro semplicità sono tutto fuorché ordinari: compiono un gesto straordinario e offrendo i propri documenti e carte annonarie alla famiglia di Lilli salvano loro la vita. Tuttavia, la vita "sotto falso nome" per i Gizelt-Frankl è turbolenta: è governata spesso dal terrore, appesantita dall'omertà e l'indifferenza, ma anche fatta di gesti di empatia e solidarietà da parte chi non ha denunciato né loro né i Rampi. Nel 1945 la guerra è finita, e anche i Gizelt possono riappropriarsi della propria identità e del proprio nome. Tuttavia, Fiume sembra non essere pronta ad accoglierli. Adesso la città è rivendicata dalle truppe del maresciallo Josip Broz Tito e la paranoia della sicurezza continua.

L'atto di coraggio civile e solidarietà dei Rampi ha salvato i Gizelt-Frankl e permesso a una amicizia di durare ancora molti anni. Difatti, Sotto Falso Nome non è solo una storia di gratitudine nei confronti di chi ha salvato, bensì una via alternativa per interpretare e leggere la Storia. Con la sua ricostruzione Frediano Sessi ha dato dignità ad uno stupefacente racconto familiare, che trascende le vicende particolari e assume carattere universale: lo scambio di identità dei Rampi può essere letto come un atto di preservazione dei valori fondamentali dell'umanità intera.

Sotto Falso Nome è una lettura adatta ai ragazzi dai 12 anni, che narra con delicatezza una società sfilacciata dal seme dell' odio: l'incredulità dei bambini di fronte al male insensato, il disagio di dover fingere di essere qualcun altro per la paura di essere scoperti, ma anche la stupefacente e a volte inaspettata umanità del prossimo. 

La lettura permette, quindi, di affrontare la Shoah e le persecuzioni nazifasciste non solo dalla prospettiva delle vittime, bensì anche da quella dei Giusti, persone comuni che come la famiglia Rampi hanno preferito agire secondo la propria coscienza per salvare delle vite, anche se questo significava mettere in pericolo la propria. 

Benedetta Macripò, Gariwo Network

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