Gariwo
QR-code
https://it.gariwo.net/magazine/diritti-umani-e-crimini-contro-lumanita/medio-oriente-la-pace-impossibile-a-20-anni-dagli-accordi-di-oslo-14028.html
Gariwo Magazine

Medio Oriente, la pace impossibile a 20 anni dagli Accordi di Oslo

dibattito intorno alle proposte di Shlomo Avineri

Shlomo Avineri, nato nel 1933 in Polonia, è un quotatissimo scienziato della politica israeliano, che ha studiato Marx, Hegel e il primo pensiero sionista. Ha ricoperto ruoli istituzionali in Israele e all'UNESCO, occupandosi anche del conflitto mediorientale, che ha discusso anche in libri quali Israel and the Palestinians (1971) e altri.

Il 2 ottobre ha scritto su Haaretz un pezzo intitolato With No Solution in Sight: Between Two National Movements (Senza alcuna soluzione in vista: tra due movimenti nazionali) nel quale sostiene che i negoziati di Oslo sarebbero falliti perché, mentre la maggior parte degli israeliani pensa che il conflitto sia tra due movimenti nazionali e dunque affrontabile con la soluzione dei due Stati, per i palestinesi Israele è illegittimo e prima o poi va cancellato. 

Nel suo ragionamento, esempi di tale posizione intransigente sarebbero il rifiuto di Abbas di rivolgersi alla Knesset come aveva fatto Sadat e il continuo veto palestinese a ogni proposta di ripartizione del territorio, fin dal piano dell'ONU del 1947, accompagnato sempre dalla rivendicazione del diritto intransigente al ritorno dei rifugiati del 1948 in Israele. 

Sono tutti temi molto complessi, legati al cosiddetto problema delle "narrazioni" (come i due popoli interpretano la storia del conflitto) ma anche, per Avineri, alla natura "multidimensionale" del conflitto: non solo territoriale, solo parzialmente religioso, implicante rivendicazioni di sovranità e capace di trovare finora solo soluzioni parziali, di attenuamento e prevenzione della violenza - che in molti di questi conflitti multidimensionali prende forme drammatiche come la pulizia etnica, il terrorismo e altre - più che di vera e propria riconciliazione. 

Per questo Avineri propone, soprattutto al leader dell'opposizione a Netanyahu Isaac Herzog, di rompere gli schemi e utilizzare il pensiero creativo, realizzando in pratica tutte le promesse, o premesse, alla pace che sono "di competenza" israeliana: vietare gli insediamenti illegali, sospendere in maniera incondizionata ogni costruzione di nuovi insediamenti, finanziare generosamente i coloni che accettino di trasferirsi in Israele propriamente detto, punire i movimenti estremisti come "price tag" - gruppi che attaccano le realtà accusate di compromessi con i palestinesi -, favorire e incoraggiare gli investimenti nella West Bank e abolire ciò che rimane del blocco di Gaza, creando un programma di entrata e uscita dalla Striscia in cooperazione con l'Unione Europea e l'Egitto. 

"Non si tratta di concessioni ai palestinesi, - scrive Avineri. - Dato che nel prossimo futuro non ci saranno negoziati con i palestinesi, si tratta solo di non accettare il veto palestinese su un accordo quale causa per continuare a mantenere il controllo israeliano su milioni di palestinesi e inoltre di indicare chiaramente che Israele non è interessato a estendere o perpetuare il proprio dominio su aree popolate da palestinesi". 

Per gli israeliani in sintesi si tratterebbe di accettare che i palestinesi non riconoscono il loro diritto all'autodeterminazione - tra l'altro perché li definiscono "gruppo religioso" e non popolo - e di fare la propria parte pur sapendo che una pace in tempi prevedibili è impossibile. 

Non sono mancate le reazioni a questo articolo: Uzi Benziman, che veste i panni dell'allievo che provoca l'anziano professore, l'8 ottobre risponde punto per punto in un articolo intitolato The Man Who Knows Too Much: A Reply to Op-ed by Shlomo Avineri (l'uomo che sa troppo: una risposta all'articolo d'opinione di Shlomo Avineri) citando le varie serie di accordi da quelli tra Ehud Barak e Yasser Arafat a Camp David in poi. Secondo lui il quadro della percezione che i palestinesi hanno degli ebrei israeliani è molto più complesso di una semplice "negazione del diritto ad autodeterminarsi"; il conflitto è percepito in realtà per lo più nella sua dimensione territoriale, il che potrebbe anche facilitarne la soluzione, secondo esempi come gli Accordi di Pace dell'Irlanda del Nord del 1998; infine, perché avviare misure temporanee, obietta Benziman, se si è sicuri che la pace è irraggiungibile? La sua proposta è invece che Israele firmi un accordo sul rientro nei confini del pre-1967. 

Anche il politico Yossi Beilin critica Shlomo Avineri, sempre l'8 ottobre, in un pezzo dal titolo Shlomo Avineri’s Three Mistakes on Palestinians and the Peace Process (I tre errori di Avineri sui palestinesi e il processo di pace) evidenziando "tre errori" nel suo ragionamento. Il primo sarebbe di vedere "i palestinesi come un blocco unico". "Dopo tutto - scrive - lo stesso potrebbe scrivere un rispettato autore palestinese su 'gli israeliani' o 'gli ebrei'". Inoltre, secondo Beilin, Avineri avrebbe ignorato alcune parole di Mahmoud Abbas, che alcuni anni fa in un'intervista aveva ammesso che il rigetto arabo del piano dell'ONU nel 1947 era stato uno sbaglio. Il terzo errore sarebbe quello "di descrivere Israele come uno Stato ebraico, o legare tra loro la nazione ebraica e il popolo ebraico. Nella 'Dichiarazione d'indipendenza palestinese' del 18 novembre 1988, - scrive ancora Beilin -, si dice esplicitamente che la decisione sul Piano di Spartizione dell'Assemblea Generale dell'ONU forma una base legittima per la rivendicazione palestinese della sovranità e dell'indipendenza". 

Il problema per i palestinesi non sarebbe di riconoscere Israele come Stato (volontà che a parere di Beilin sarebbe emersa chiaramente nel corso dei negoziati "in vista dell'accordo finale dopo Oslo"), ma piuttosto il fatto che al suo interno sia praticata una discriminazione contro i cittadini arabi. E Netanyahu non solo, facendo dell'ebraicità dello Stato un cardine della sua politica, avrebbe peggiorato la situazione, ma avrebbe anche "ingannato perfino una persona esperta e rispettata come Avineri". 

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati