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Gli eroi delle minoranze che combatterono contro Hitler

patrioti e figure esemplari

Le storie di Anthony Acevedo e di Millie Dunn Visey sono esempi di chi -migrante messicano il primo e nera nipote di schiavi la seconda - antepose alla lotta per i diritti della propria minoranza il dovere di contribuire alla battaglia degli USA contro il nazismo.

Anthony Acevedo era un giovane infermiere militare catturato a soli 20 anni dai nazisti nella battaglia di Bulge, sulle Ardenne. Figlio di un ingegnere messicano che in un'occasione subì il rimpatrio dagli USA al Messico per via dei documenti non in regola, era entrato nell'esercito proprio per sfuggire alla figura paterna, che trovava "abusiva" nei suoi confronti.

I tedeschi, quando lo catturarono, lo stuprarono durante uno dei primi interrogatori, deridendolo anche durante la violenza. Lui subì questi abusi, che dopo la guerra gli causarono problemi psichici, rimanendo in silenzio fino a quando ricevette, in un pacco di aiuti della Croce Rossa che arrivò al suo lager nel marzo 1945, inchiostro e penna. Con essi redasse un diario minuzioso dei maltrattamenti e delle malattie che decimavano gli altri suoi 280 prigionieri. 

Per quanto riguarda Millie Dunn Visey, spentasi lo scorso 9 marzo all'età di 100 anni, durante la guerra fece parte del battaglione "Six Triple Eight" (6888), l'unico formato da donne nere, che su volere di Eleanor Roosevelt - amica personale di alcune attiviste del movimento dei neri e femministe -, partì per l'Europa alla fine del 1944, quando molti uomini erano morti e il morale di quelli rimanenti era assai basso. 

Si era voluta arruolare da quando aveva visto delle belle immagini di donne in divisa nel 1942, nei poster che l'esercito diffondeva durante lo sforzo bellico: "Se quelle belle donne bianche ce la fanno", si disse, "posso farcela anch'io, e poi il mio Paese ha bisogno di me". Inizialmente non era in grado di annodare la cravatta della divisa, ma in seguito affrontò molte dure situazioni legate anche alle discriminazioni esistenti contro i neri nell'esercito: il battaglione Six Triple Eight fu addestrato esattamente come quelli destinati alla linea del fronte, ma destinato a un ruolo ancillare, e le sue componenti erano separate sia dai soldati maschi sia dalle soldatesse bianche, e inoltre sottoposte a un regime più spartano, ad esempio con l'obbligo di dormire su giacigli di paglia.

Queste donne nere furono adibite - 24 ore su 24 - ad esempio allo smistamento della posta per i soldati presenti su suolo europeo. Compito non facile visto che - per fare un'osservazione banale - sul fronte c'erano ad esempio 7.500 Robert Smith... Loro dovevano consegnare la posta correttamente ai commilitoni, a pena di provvedimenti marziali.

Il Battaglione Six Triple Eight finì per avere per motto "No posta, morale basso", solo per il fatto di essere composto da donne di colore. Dopo la guerra la Visey si dedicò a tempo pieno alla lotta per i diritti dei neri, non prima però di aver servito con tutte le sue forze la causa antinazista.

23 marzo 2018

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