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Audrey Tang e la ricerca di nuovi modelli di democrazia digitale a Taiwan

di Lorenzo Lamperti

Attivista, hacker, figura chiave del principale movimento di protesta degli ultimi decenni, transessuale, ministra degli Affari digitali, teorica e guida di un inedito modello di democrazia digitale. È difficile trovare qualcuno più appropriato di Audrey Tang se si vuole concentrare in un solo volto molto di quanto è oggi Taiwan.

Già da piccola, Tang appare subito una bambina prodigio. Ha iniziato a leggere opere di letteratura classica prima dei cinque anni, a studiare matematica avanzata prima dei sei anni e a programmare prima degli otto anni. Eppure, non riusciva a integrarsi nella vita scolastica, tanto da lasciarla prematuramente e recarsi negli Stati Uniti. Non a caso, più tardi appoggerà uno stile di vita autodidatta. Non ancora ventenne, alla fine degli anni Novanta, inizia a trovare impiego nella Silicon Valley. Sono gli anni ruggenti che portano al dominio dei colossi digitali. Tang si costruisce una solida reputazione nel lanciare una serie di programmi di free software, con oltre cento progetti avviati tra il 2001 e il 2006. Tra i lavori più interessanti, si segnalano quelli su sistemi di firma digitale e piattaforme open source di traduzione di testi in cinese tradizionale, cioè quello coi caratteri non semplificati che viene ancora usato a Taiwan.

Dopo il suo ritorno a Taipei, inizia a interessarsi alla politica. O meglio, inizia a interessarsi all'attivismo. Siamo nel 2014 e al governo c'è il presidente Ma Ying-jeou del Kuomintang (KMT), che sin dal primo mandato iniziato nel 2008 ha operato un forte avvicinamento alla Cina continentale. L'opposizione del Partito progressista democratico (DPP) è piuttosto debole, politicamente ancora sotto choc dopo il triste epilogo della presidenza Chen Shui-bian, condannato per corruzione al termine del suo doppio mandato. Nel momento di massima difficoltà del DPP si era creata una forte opposizione alle politiche di Ma attraverso l'attivismo civile, confluito nel Movimento dei Girasoli che il 18 marzo 2014 occupa per 23 giorni lo yuan legislativo per bloccare la ratifica del Cross-Strait Service Trade Agreement, che avrebbe liberalizzato lo scambio di servizi. Ma alla base della protesta c'erano anche istanze ambientaliste, l'insoddisfazione per la riforma dei programmi scolastici e per un avvicinamento a Pechino considerato eccessivo. Tutti ingredienti che portano alla vittoria di Tsai Ing-wen alle elezioni del 2016, evento che avvia una concatenazione di eventi che continua anche oggi. Durante quelle manifestazioni del 2014, Tang si offre volontaria per aiutare i manifestanti che occupavano il palazzo del parlamento taiwanese a trasmettere in streaming il loro messaggio.

Tornato al potere con le elezioni del 2016, il DPP cerca subito di assorbire alcune figure chiave del Movimento dei Girasoli. Tra queste c'è Tang, che viene "arruolata" per costruire un curriculum di alfabetizzazione mediatica per le scuole. Poco dopo, nell'ottobre 2016, le viene conferito l'incarico di ministra del Digitale. All'età di 35 anni, Tang diventa la più giovane ministra senza portafoglio nella storia di Taiwan. "La mia esistenza non è quella di diventare un ministro di un certo gruppo, né di trasmettere la propaganda del governo. Si tratta invece di diventare un "canale" per permettere a maggiori combinazioni di intelligenza e forza di unirsi", dice dopo la nomina. Tra le sue prime creazioni c'è vTaiwan, che utilizza i paradigmi dei social media per consentire ai cittadini di creare petizioni digitali. Quelle con 5 mila firme vengono portate al primo ministro e ai ministeri per essere affrontate.

È un modello innovativo di democrazia digitale, che la stessa Tang ha così descritto in una sua intervista di inizio 2022 a il Manifesto: "Si tratta di un’idea di democrazia non come di un’entità fissa o invariabile, ma piuttosto come di una tecnologia sociale che tutti possono contribuire a innovare. La cosa bella del digitale è che trascende i confini spazio-temporali, il che permette di avere coerentemente diverse innovazioni in atto nello stesso tempo”. Attenzione però alla specifica successiva: “Troppo spesso la partecipazione online viene considerata solo in maniera consultiva, nel senso che i ministeri hanno già definito un programma politico e richiedono un input da parte dell’opinione pubblica. Ma attraverso petizioni online e tentativi di voto partecipativo, i cittadini possono definire la loro agenda e i loro obiettivi”. Significato: “Avere un governo aperto significa definire delle priorità fondate su valori comuni, non necessariamente sulle loro implementazioni”.

Il principio guida di Tang è quello di una trasparenza radicale. Per questo tutte le sue riunioni vengono registrate, trascritte e caricate su un sito web pubblico. Tang risponde pubblicamente anche alle domande inviate tramite un altro sito web. Tang è anche molto attiva sui social, in particolare Instagram, e conduce il podcast “Innovative Minds with Audrey Tang”. L'abolizione di più barriere possibili tra governo e cittadini si rispecchia anche nella posizione anarchica sul fronte geopolitico. Tang ha più volte dichiarato che il suo desiderio sarebbe quello dell'abolizione di Taiwan e di tutti gli stati-nazione. Tang pare d'altronde rifuggire qualsiasi etichetta. Anche sul fronte sessuale. Nel 2019, poco dopo che Taiwan è diventato il primo luogo in Asia a legalizzare le nozze tra persone dello stesso sesso, si è identificata come post gender: “Ciò che è importante non è quale pronome si usa, ma l'esperienza di quei pronomi”.

Attraverso l'utilizzo del digitale, Tang ha contribuito alla gestione della pandemia di Covid-19 a Taiwan. O meglio, ha contribuito alla sua prevenzione, visto che nel primo anno i casi registrati erano stati davvero limitati. Tanto che la gestione taiwanese era stata indicata come modello, salvo poi subire un aumento esponenziale dei casi dalla primavera del 2021 su cui il governo si è fatto trovare parzialmente impreparato. Ma il digitale ha assicurato accesso alle mascherine nelle prime fasi della pandemia. Nel 2021, Tang ha contribuito a ridurre i tempi del contact tracing da 24 ore a meno di 24 minuti tramite il sistema 1922 SMS. Tramite la scannerizzazione di un QR code all'ingresso di ogni edificio o luogo pubblico, il telefono inviava automaticamente un messaggio per il contact tracing. L’operatore telefonico non era a conoscenza di cosa significassero quelle 15 cifre, perché venivano conservate altrove. Tramite un sistema di archivio decentralizzato e multiparte nessuno dei partecipanti al processo era in possesso dei dati completi, né era in grado di ricostruire la posizione esatta dell’utente. Solo gli incaricati del contact tracing potevano esserlo, in un lasso di tempo limitato. Dopo quattro settimane tutti i dati venivano infatti eliminati.

Dopo questa esperienza, nel 2022 il ruolo di Tang è stato elevato con la nomina a capo del ministero degli Affari digitali, creato proprio ad hoc per lei. Negli ultimi mesi, si sta dedicando allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Sviluppo però non deregolato, ma concertato. Utilizzando un chatbot simile a ChatGPT, sta raccogliendo le opinioni dei cittadini su una serie di affermazioni legate all'intelligenza artificiale. Obiettivo? Spiega lei: “Dobbiamo riqualificare i modelli di intelligenza artificiale o lavorare con i fornitori di servizi per creare il tipo di intelligenza artificiale che si adatta alle esigenze della popolazione locale, invece di chiedere a quest'ultima di adattarsi a qualsiasi cosa stia facendo l'intelligenza artificiale tradizionale”. Tang è diventata nota anche a livello internazionale. Intervenuta per due volte da remoto in rappresentanza del governo taiwanese al summit per la democrazia di Joe Biden, ha anche compiuto un viaggio in Lituania nel gennaio 2023, dove ha peraltro ottenuto la residenza digitale lituana. A conferma della sua sfaccettata identità, un po' come quella di Taiwan.

Lorenzo Lamperti, direttore editoriale China Files

11 dicembre 2023

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