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Simone Veil nel Pantheon con i grandi di Francia

per decisione di Emmanuel Macron

Simone Veil

Simone Veil

“Da quella tragedia tu hai tratto delle lezioni per la vita. Malgrado il tuo scetticismo verso il comportamento degli esseri umani, hai conservato un’energia benefica per aiutare in tutte le circostanze coloro che soffrivano”. Con queste parole Jean e Pierre-François Veil hanno ricordato - in occasione del suo funerale - la loro madre, Simone Veil, che dopo essere tornata dal campo della morte è stata magistrato, ministro e Presidente del Parlamento Europeo.

Nata a Nizza il 13 luglio 1927, figlia di ebrei parigini, Simone fa appena in tempo a conseguire la maturità prima di essere deportata ad Auschwitz insieme alla famiglia (madre, padre, due sorelle e un fratello) nel marzo del ’44. Quando viene catturata dai nazisti - che avevano stabilito il loro quartier generale all’Hotel Excelsior nel capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime - i suoi documenti falsi non servono a nulla. Nonostante il lavoro massacrante, la fame e le condizioni insopportabili delle baracche del campo, la sedicenne Simone - che si era dichiarata 18enne per evitare la camera a gas, insieme alla madre e la sorella Milou - conserva un’aria luminosa e viene notata da una Kapo polacca: “sei troppo carina per morire qui”, le dice. Le tre donne vengono quindi fatte trasferire nella fabbrica del campo “meno duro” di Bobrek e poi a Bergen-Belsen, dove la madre Yvonne morirà di tifo. Quando il 14 aprile 1945 gli inglesi liberano quest’ultimo campo, Simone e le due sorelle Milou e Denise sono le uniche sopravvissute della famiglia.

Una volta tornata in Francia, nel ’47 si sposa con Antoine Veil, dal quale prenderà il cognome e con cui avrà tre figli. Due anni dopo si laurea in giurisprudenza. Addetta al ministero della Giustizia dal ’57 al ’59, diventa poi consigliere tecnico per i problemi giuridici del primo ministro Pleven, nel ’69. Dal ’70 al ’74 è segretario generale del Consiglio superiore della magistratura. Non aderisce a partiti politici, ma sostiene la politica di Giscard d’Estaing, che la nomina ministro della Sanità, carica che ricoprirà fino al 1979. In questa veste, lotta per i diritti delle donne, svolgendo un ruolo primario nella complicata approvazione della legge sull’aborto. La Veil deve infatti affrontare un dibattito molto duro: un deputato arriva addirittura a posare un feto sotto formalina sui banchi dell’aula, nel tentativo di fomentare ancora di più la destra conservatrice. Né questo né gli attacchi verbali alla sua persona fermano la ministra: la legge sulla depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza sarà ricordata come Loi Veil.

Nel 1979 Simone diventa la prima donna Presidente del Parlamento europeo e anche la prima a presiedere il Parlamento europeo direttamente eletto. Sarà inoltre guida del gruppo liberale a Bruxelles. Queste esperienze di leadership in Europa le ridanno, in parte, il sentimento di appartenenza ad una comunità e di fiducia verso le persone che aveva perso. Negli anni ’90 per la seconda volta le viene affidato il ruolo di ministro della sanità in Francia. La sua forza e il suo impegno sono inesauribili: sarà presidente onorario della Fondazione per la memoria della Shoah, membro dell'Accademia di Francia e del Consiglio costituzionale. Simone Veil è stata un esempio dal punto di vista umano, politico e culturale, ha portato avanti in modo instancabile tutti gli incarichi che le sono stati affidati, e creato un’istituzione che lavora affinché la memoria storica sia la base di una società migliore. 

Da domenica 1 luglio 2018, a un anno dalla morte, avvenuta il 30 giugno 2017, Simone Veil riposa nel Pantheon, dove sono sepolti gli altri grandi nomi di Francia, tra cui Voltaire e Zola. È stata volontà di tutti i francesi, che hanno accolto con immenso calore l'entrata della salma di Simone in questo luogo simbolo, dove potrà stare accanto al marito Antoine. In occasione della cerimonia, il Presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un discorso molto significativo che ripercorre la vita e la lotta della Veil. Vi proponiamo in calce la traduzione integrale.

5 luglio 2018

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