Gariwo
QR-code
https://it.gariwo.net/magazine/fondamentalismo-e-terrorismo/masih-alinejad-giornalista-per-la-liberta-delle-donne-iraniane-24021.html
Gariwo Magazine

Masih Alinejad, giornalista per la libertà delle donne iraniane

scampata al rapimento

La giornalista iraniano-statunitense residente a Brooklyn Masih Alinejad ha dichiarato di essere stata l’obiettivo di un tentativo di rapimento orchestrato ai suoi danni da una rete di intelligence in Iran, in risposta probabilmente alla sua ampia critica al regime, che da anni porta avanti. La giornalista è stata seguita, la sua casa e la sua famiglia filmati e fotografati. In un atto d'accusa non sigillato alla corte federale di Manhattan, quattro iraniani, che vivono tutti in Iran e rimangono in libertà, sono stati accusati di aver cospirato per rapire la giornalista e autrice. Già lo scorso anno Alinejad aveva scritto che i funzionari del governo iraniano avevano scatenato una campagna sui social media chiedendo il suo rapimento. Chi è Masih Alinejad?

Di umili origini, è divenuta una delle giornaliste più conosciute dell'Iran. A 18 anni fu arrestata per aver rubato libri e organizzato una rete di persone che consegnavano opuscoli di un dissidente del regime. Fu lei, nel 2014, ad aprire la pagina Facebook chiamata My Stealthy Freedom (La mia libertà clandestina), rivolgendosi alle donne perché postassero immagini di sé pubbliche senza l’hijab. Abbiamo parlato recentemente di lei con la giornalista esperta di Iran Tiziana Ciavardini, che con Alinejad ha contatti da anni. Ciavardini ci ha raccontato che la giornalista lavorò molto durante il periodo di Khatami e che poi venne mandata in esilio per aver fatto alcune affermazioni contro l’Iran, in particolare in inchieste sulla brutalità del regime. Andò quindi in Inghilterra e poi negli Stati Uniti.

La campagna in cui Alinejad chiedeva alle donne iraniane di togliersi il velo - nata per caso postando una foto mentre guidava senza l'hijab, invitando altre a condividere foto clandestine” - ebbe un’enorme risonanza. Lo scopo non era mettere in discussione l’hijab in quanto tale, ma tornare ad avere controllo sul proprio corpo. “Ero una reporter politica, ma le donne in Iran mi hanno costretta a occuparmi della questione delle libertà personali”, dichiarò la giornalista.

Ciavardini, ci ha raccontato, chiamò Alinejad quando aveva già unito nella campagna 2-300 persone e le chiese “non hai paura che queste ragazze vengano arrestate?”. In alcuni casi purtroppo accadde. La campagna, tuttavia, arrivò ad avere milioni di adesioni di donne che desideravano un futuro di libertà. La stessa di cui la giornalista ha voluto parlare anche nel suo ultimo libro, The Wind in My Hair. My Fight for Freedom in Modern Iran (Il vento nei capelli. La mia lotta per la libertà nel moderno Iran, edito in Italia per Nessun Dogma) che racconta la storia dell’autrice e la sua missione di libertà per tutte le donne attraverso l’immagine della sensazione che le donne non possono provare in pubblico in Iran.

Dalla campagna social sono nate poi le famose manifestazioni dei (White Wednesdays) Mercoledì bianchi, dedicati alla protesta contro il velo. Ogni mercoledì le donne iraniane si recavano in Avenue Enghelab a Teheran si toglievano gli hijab o indossavano una sciarpa bianca. Alcune delle donne arrestate a seguito di queste proteste sono quelle che furono difese dall’avvocata Nasrin Sotoudeh, attualmente in carcere per questo, condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate. “La mia campagna accende i riflettori sugli abusi della leadership religiosa contro le donne, dal velo al divorzio sleale. Il cuore di una battaglia che non è solo mia è la libertà. La libertà di scegliere se indossare l'hijab o meno”, disse Alinejad.

La giornalista in questi giorni ha voluto diffondere pubblicamente la notizia del suo scampato rapimento commentando: “Ricevo minacce di morte ogni giorno, ma non potevo credere che avessero foto di me, della mia vita di tutti i giorni. Inizialmente ho avuto paura, poi mi sono preoccupata, ma alla fine ho detto a me stessa ‘ho vissuto con la paura del regime islamico per tutta la vita, ma ora sono loro che hanno paura di me’”.

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati