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Russia: Aleksandra Skocilenko condannata a sette anni di colonia penale

Le ultime parole pronunciate dall'attivista prima della sentenza e la dichiarazione della Comunità dei Russi Liberi

Lo scorso 16 novembre, Aleksandra Skočilenko, l'artista e musicista di San Pietroburgo che aveva sostituito i cartellini dei prezzi di un supermercato con testi che criticavano l’invasione dell’Ucraina, è stata condannata dalle autorità russe a scontare sette anni di colonia penale. Riprendiamo le ultime parole pronunciate dall'attivista prima che la condanna venisse emessa e la dichiarazione della Comunità dei Russi Liberi. La traduzione delle ultime parole di Aleksandra Skočilenko è a cura di Maria Mikaelyan, Ph.D., Comunità dei Russi Liberi.

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Le ultime parole di Aleksandra Skočilenko prima della sentenza

Vostro onore! Eccellentissimo Tribunale! 

Il mio procedimento penale è così bizzarro e ridicolo che è stato avviato proprio il 1° aprile. Il mio procedimento è così bizzarro e ridicolo che a volte mi aspetto di entrare in aula, dove improvvisamente iniziano a piovere i coriandoli e si sentono le grida «Pesce d'aprile! Pesce d'aprile!». Il mio procedimento è così bizzarro e ridicolo che persino i dipendenti del carcere giudiziario n° 5 chiedono stupiti: «Ma davvero mettono in prigione le persone per questo ora?». Persino alcuni sostenitori dell'"Operazione militare speciale" da me incontrati non credono che io meriti di essere messa dietro le sbarre per ciò che ho fatto.

Nel corso del mio procedimento il giudice istruttore si è dimesso prima della conclusione delle indagini. Ha confidato al mio avvocato: «Non sono venuto nel Comitato investigativo per lavorare sui casi come quello di Sasha Skočilenko». Ha abbandonato un procedimento grazie al quale avrebbe guadagnato una promozione e grazie al quale gli hanno già messo una stelletta sulla spallina. Ha lasciato il Comitato investigativo per lavorare al Voentorg [N.d.T. – un negozio per militari]. Rispetto immensamente la sua decisione e penso che io e lui siamo simili: entrambi abbiamo agito secondo la nostra coscienza.

L'articolo 207.3 del Codice penale è intrinsecamente discriminatorio perché punisce soltanto coloro che non sono funzionari pubblici. A pensarci bene, le informazioni che ho diffuso sono state ritenute dai miei inquirenti palesemente false. Tuttavia, hanno fatto circolare queste informazioni nel loro ufficio, così come nella Procura e nel Tribunale, offendendo i testimoni militari e scatenando un enorme dibattito pubblico.

Grazie ai giudici istruttori e pubblici ministeri le informazioni che ho diffuso hanno raggiunto migliaia di persone in Russia e in tutto il mondo. Se non fossi stata arrestata, sarebbero arrivate ad una sola signora anziana, ad una cassiera e un addetto alla sicurezza del negozio Perekrestok. Secondo gli atti del mio procedimento, due di queste persone non sono rimaste impressionate da questi così detti cartellini dei prezzi. Per favore, ditemi: ma è vero che gli inquirenti distribuiscono la droga tra i funzionari pubblici quando perseguono ai sensi dell'articolo 228? [N.d.T. – articolo sulla «detenzione di sostanze stupefacenti» del Codice penale russo]. Loro stessi sarebbero processati secondo la stessa legge. Allora perché i miei giudici istruttori e pubblici ministeri non sono processati ai sensi dell'articolo 207.3? Perché sono processata soltanto io?

Se questi cinque cartellini sono così pericolosi, perché avviare questo procedimento? Per farci pronunciare ripetutamente queste dichiarazioni che, secondo il pubblico ministero, sono minacciose per l'incolumità pubblica? Eccoci qui, a recitare questi "prezzi" durante tutto il processo. E il risultato? Si è aperta la Terra? È iniziata una rivoluzione nel Paese? I soldati hanno iniziato a fraternizzare con il nemico sul fronte? Niente di tutto ciò è accaduto. Quindi, qual è il problema?

Il pubblico ministero ha ripetutamente definito le mie azioni estremamente pericolose per la società e lo Stato. Com'è fragile allora la fede del pubblico ministero nello Stato e nella nostra società, se pensa che il nostro sistema statale e la pubblica sicurezza possano essere distrutti da cinque piccoli cartellini?

Quando una persona istiga una rivolta infliggendo danni enormi al nostro Paese, il suo procedimento penale è aperto e chiuso nell'arco di due giorni. Le mie azioni non hanno fatto male a nessuno, eppure sono incarcerata da più di un anno e mezzo, insieme agli assassini, ladri, stupratori dei minorenni e sfruttatori della prostituzione. Il presunto danno che ho causato può essere davvero paragonato a questi crimini?

Ogni sentenza del tribunale è un messaggio alla società. Indipendentemente dal vostro punto di vista sulle mie azioni, probabilmente concorderete sul fatto che ho dimostrato coraggio e forza di carattere. Che non sono stata ipocrita, e sono rimasta fedele a me stessa e onesta con questo tribunale, agendo in linea con i miei principi morali. Dovete riconoscere che ho tali principi, anche se voi personalmente ne avete di diversi. Nel gergo degli inquirenti, incarcerare qualcuno viene chiamato "catturare". Ebbene, non mi sono arresa in questa "cattura", nonostante abbia affrontato le minacce di molestie, malattie e fame.

Se una sentenza è un messaggio al popolo, considerate cosa state comunicando ai nostri cittadini condannandomi. Che bisogna arrendersi? Che bisogna essere ipocriti? Che bisogna ammettere qualcosa di cui non si è colpevoli? Che non è permesso dispiacersi per i nostri soldati oppure desiderare il cielo della pace? Che la nostra società e lo Stato possono crollare a causa di cinque cartellini? È davvero ciò che volete dire alle persone in tempi di crisi, instabilità, depressione e stress?

Si parla molto del mio processo in Russia e nel mondo. Decine, forse centinaia di migliaia di persone lo seguono. Ne parlano vari libri e documentari. Lei [N.d.T. – giudice Oksana Demjasheva] entrerà nella storia indipendentemente dal Suo verdetto. Potrebbe essere ricordata per avermi imprigionato, assolto, o per la decisione neutrale come una multa, una sentenza sospesa, o per aver ritenuto che abbia già scontato la mia pena. Tutti vedono e sanno che Lei non sta processando una terrorista o estremista. Nemmeno una attivista politica. Lei sta processando una pacifista.

Io sono una pacifista. I pacifisti sono sempre esistiti. È un particolare tipo di persone che danno il massimo valore alla vita. Crediamo che ogni conflitto possa essere risolto pacificamente. Non sopporto l'idea di uccidere nemmeno un ragno, mi spaventa il solo pensiero di togliere una vita. Le guerre sono combattute per iniziativa dei guerrieri, ma la pace arriva grazie ai pacifisti. Imprigionare i pacifisti fa solo ritardare il giorno della pace così tanto atteso.

Sì, penso che la vita sia sacra. Sì, la vita! Togliamo via tutte le cianfrusaglie di questo mondo come soldi, potere, gloria e status sociale: ciò che resta è soltanto la vita. Sì, la vita! È persistente, tenace, favolosa, commovente, incredibile, potente. È nata sulla Terra, e fino ad oggi non abbiamo trovato nulla di simile nemmeno nell'immensità dello spazio. Può farsi strada attraverso l'asfalto, rompere le pietre. Crescere da un piccolo germoglio in un enorme baobab, da una microscopica cella in una gigantesca balena. Prospera sulle cime delle montagne, si nasconde nella Fossa delle Marianne, resiste nel ghiaccio artico e nei deserti torridi. La forma di vita suprema è l'essere umano.

Gli esseri umani rappresentano una forma di vita straordinariamente intelligente: la vita consapevole di sé e della sua mortalità. Eppure, spesso lo dimentichiamo, vivendo come se fossimo immortali. In realtà, la vita umana è fugace. È estremamente breve. Tutto ciò che possiamo fare è prolungare un breve momento di felicità. Ogni essere vivente vuole vivere. Anche sul collo di un impiccato trovano i segni di graffi delle unghie. Ciò significa che, nei loro ultimi momenti, gli impiccati desiderano sopravvivere.

Chiedete a una persona alla quale hanno appena rimosso un tumore cosa significhi la vita e quanto sia preziosa. Oggi, scienziati e medici di tutto il mondo si sforzano di prolungare la vita umana e trovare cure per malattie mortali. Dunque, non riesco a capire: perché la guerra? La guerra accorcia le vite. La guerra è morte. Nel 2021, durante la pandemia di coronavirus, abbiamo perso i nostri cari anziani ­– nonni, mentori, insegnanti. Abbiamo sopportato così tanto dolore, ansia e lutto, e proprio mentre stavamo tornando in piedi, iniziando a vivere di nuovo... ed ecco la guerra. Ora stiamo perdendo i giovani. Ancora morte, ancora dolore, ancora sofferenza. Non riesco proprio a comprendere: perché la guerra?

Chiamatelo come volete: sono stata ingannata, oppure ho fatto un errore, oppure mi hanno lavato il cervello... Io resterò fedele alla mia opinione e alla mia verità. E credo che nessuno possa essere legalmente costretto ad accettare una certa verità.

Il pubblico ministero crede in una verità molto diversa dalla mia. È convinto dell'esistenza dei cosiddetti "servi della NATO" o che tutti i media indipendenti siano finanziati dall'estero. Ma la differenza tra me e il pubblico ministero è che io non lo metterei mai dietro le sbarre per questo.

Mi dispiace se le mie azioni hanno offeso qualcuno. La mia detenzione nel carcere giudiziario, dove ho interagito con la gente molto diversa da me, mi ha aiutato a capire che ogni persona crede nella propria verità. Lo stesso vale per gli atteggiamenti nei confronti dell'"Operazione militare speciale". Ed è una grande tragedia che non condividiamo tutti una verità unica e non accettiamo le verità altrui. Ciò crea una spaccatura nella società, distrugge le famiglie e allontana le persone care, aumenta l'aggressività, moltiplica l'inimicizia nel mondo e ci allontana ulteriormente dalla pace tanto attesa. Non mentirei se dicessi che tutti in quest'aula desiderano la stessa cosa – la pace.

Perché fare la guerra quando noi siamo tutto ciò che abbiamo in questo mondo pieno di calamità, catastrofi e difficoltà? Può tutta la ricchezza e il potere dell'universo riscattare il tuo caro dalle grinfie della morte? No, non si può fare ciò con denaro, potere, carriera, casa e macchina.

Noi siamo tutto ciò che abbiamo nella vita. Anch'io ho delle persone care che significano tutto per me. Vengono in quest'aula, e la mia vita, salute e libertà valgono per loro. Non vogliono che io vada in galera. A casa mi aspettano una madre anziana, una sorella e una cara fidanzata con una diagnosi spaventosa – il tumore. E finora, non conosco nessuno, eccetto il pubblico ministero, che desideri che io vada in galera.

Però, credo che nemmeno il pubblico ministero, in fondo, lo desideri. Credo che lavori per la procura per mandare in galera i veri criminali – assassini, stupratori, abusatoti sessuali di minorenni. Ma tutto si è rivelato diverso: bisogna mandare in galera le determinate persone, ed è la chiave per la promozione. È un sistema stabilito. Non fingiamo almeno ora che non sia così.

Io non vi biasimo. State badando alle vostre carriere, ad un futuro stabile per provvedere alla vostra famiglia, per darle da mangiare e mantenere un tetto sulla testa, per sostenere i vostri figli, futuri o già nati. Ma che cosa gli direte? Di come avete messo dietro le sbarre una donna gravemente malata per cinque cartellini? Naturalmente no. Parlerete di altri casi. Forse vi consolate con il fatto che state solo facendo il vostro lavoro. Ma cosa farete quando l'ago della bilancia si sposterà nell'altra direzione?

È una legge della storia: i liberali sostituiscono i conservatori, i conservatori sostituiscono i liberali. Dopo la morte naturale di un leader politico, ne arriva un altro con una politica opposta. Così i primi diventano gli ultimi, e gli ultimi – i primi. Potreste trovarlo strano, ma mi dispiace per voi.

Nonostante io mi trovi in gabbia sono molto più libera di voi. Posso fare quel che voglio. Posso dire quello che penso. Posso licenziarmi dal lavoro se mi costringono a fare quello che non voglio fare. Non ho nemici, non ho paura di restare senza un soldo o addirittura senza casa. Non ho paura di non fare una brillante carriera, di sembrare ridicola, debole, strana. Non ho paura di non essere come gli altri. Forse proprio per questo lo Stato ha così paura di me e dei miei simili, visto che mi tiene in gabbia come una bestia pericolosa.

Ma l'uomo non è lupo per l'uomo. È facile arrabbiarsi con gli altri per posizioni diverse, ma amarsi, cercare di capirsi e trovare compromessi è molto difficile. Così insopportabilmente difficile che a volte sembra impossibile. In tali momenti, la violenza o la coercizione sembrano l'unica via d'uscita. Ma non lo è! Dobbiamo imparare ad amare e a risolvere i conflitti attraverso le parole. È l'unico modo per uscire dalla crisi morale in cui ci troviamo.

Vostro Onore! Con il Suo verdetto, può dare l'esempio a tutti: un esempio di come un conflitto possa essere risolto attraverso le parole, l'amore, la misericordia, la compassione, e non attraverso la coercizione alla cosiddetta verità tramite una sentenza penale. Sarebbe un grande passo verso la riduzione della malvagità, verso la guarigione e la riconciliazione della società.

Vostro Onore! Capisco che per Lei tutto questo sia solo un lavoro, un procedimento di routine, un numero d'ore lavorative e una grande quantità di burocrazia. Probabilmente, in mezzo a questa routine, come in qualsiasi lavoro, la verità si offusca e si dimentica. Ma è vero che Lei ha un grande potere: determinare le sorti umane. In questo caso, sta tenendo nelle Sue mani il mio destino, la mia salute, la mia vita e la felicità dei miei cari. Credo che Lei userà questo potere saggiamente.

Dichiarazione della Comunità dei Russi Liberi sulla condanna di Aleksandra Skočilenko

Lo scorso 16 novembre l'artista e musicista di San Pietroburgo Aleksandra Skočilenko è stata condannata a sette anni di colonia penale per aver sostituito i cartellini dei prezzi di un supermercato con testi che criticavano l’invasione dell’Ucraina. Aleksandra ha trascorso più di un anno e mezzo nel carcere giudiziario nonostante soffra di una malattia intestinale cronica e di un problema cardiaco congenito. La sua detenzione in una colonia penale rappresenta un rischio per la sua vita a causa dell'impossibilità di ricevere un'assistenza sanitaria qualificata.

La Comunità dei Russi Liberi condanna la Federazione Russa e la considera non soltanto uno Stato terrorista nei confronti dell'Ucraina indipendente, ma anche uno Stato del terrore di stampo staliniano. Continueremo a sperare nella caduta del regime fascista di Vladimir Putin e nello smantellamento di tutta la gerarchia del Cremlino. Vogliamo vedere tutti i prigionieri politici russi liberi. Aleksandra Skočilenko è una "giusta" che soffre e rischia la propria vita per tutti noi.

Vittoria all'Ucraina! Libertà alla Russia!

Traduzione delle ultime parole di Aleksandra Skočilenko a cura di Maria Mikaelyan, Ph.D, Comunità dei Russi Liberi

17 novembre 2023

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