Da stanotte non faccio che pensare alle guerre nella ex-Jugoslavia della prima metà degli anni Novanta. Oggi che molti sembrano risveglarsi amaramente da un sogno di unità, pace e prosperità, mi pare che fu allora che l'Europa, alla prima vera prova del fuoco, ha fallito miseramente: ha attizzato quei conflitti (certo: in un terreno favorevolissimo a infiammarsi) e non ha saputo spegnerli (lo fecero di forza gli Stati Uniti). È lì che la Germania unita (la nazione più importante d'Europa) ha dato la prima prova della sua egoistica miopia e gli altri Paesi - primo fra tutti la sempre scettica Gran Bretagna - della loro litigiosa impotenza.
Allora è apparsa tutta la fragilità strutturale dell'Europa (un ideale bellissimo al quale voglio continuare a credere) ed è iniziata la sua decadenza, che la moneta unica non ha arrestato - anzi, secondo molti, l'ha aggravata). Da stamattina, purtroppo, il re appare completamente nudo: del resto con le stupide concessioni fatte a Cameron a febbraio (nell'inutile speranza di frenare la Brexit e creando un'ulteriore discriminazione tra gli Stati membri), la Gran Bretagna era già di fatto un'altra cosa…
A noi singoli cittadini rimane forse solo una cosa alla quale pensare. Come diceva uno dei miei maestri, lo storico del medioevo Bronislaw Geremek (che portó, da Ministro degli Esteri, la Polonia in Europa): "quando ho dei dubbi sull'Europa, ascolto la musica di Bach e me li dimentico".