Ieri sera il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto il suo primo discorso dal dipartimento di Stato, l’ufficio che si occupa della politica estera statunitense. Le sue parole hanno dimostrato la ferma intenzione di restaurare il ruolo degli USA come baluardo della democrazia e della diplomazia nel mondo. "So is the message I want the world to hear today: America is back. America is back. Diplomacy is back at the center of our foreign policy." (Questo è il messaggio che voglio che il mondo ascolti oggi: l'America è tornata. La diplomazia è di nuovo al centro della nostra politica estera).

"Come ho detto nel mio discorso inaugurale, ricuciremo le nostre alleanze e ci impegneremo ancora una volta insieme al mondo, non per affrontare le sfide di ieri, ma quelle di oggi e di domani. La leadership americana deve affrontare questo nuovo momento di crescente autoritarismo, comprese le ambizioni della Cina di competere con gli Stati Uniti e la determinazione della Russia a indebolire la nostra democrazia. Dobbiamo affrontare il nuovo momento accelerando la nostra reazione alle sfide globali - dalla pandemia alla crisi climatica alla proliferazione nucleare - che possono essere risolte solo se le nazioni lavoreranno insieme. Non possiamo farlo da soli."

Sul colpo di Stato in Birmania il presidente ha sottolineato la sua volontà di sostegno alla democrazia: "I militari birmani devono rinunciare al potere che hanno conquistato, rilasciare gli attivisti e i funzionari che hanno arrestato, revocare le restrizioni alle telecomunicazioni e astenersi dalla violenza. Lavoreremo con i nostri partner per sostenere il ripristino della democrazia e dello Stato di diritto e imporre sanzioni a chi li viola."

Sul rapporto con la Russia e l'attuale situazione di arresti e violenza nel Paese, Biden si è così espresso: "Gli Stati Uniti e la Russia hanno concordato l'estensione del Nuovo Trattato START per cinque anni, preservando l'unico trattato rimanente tra i nostri Paesi a tutela della stabilità nucleare. Allo stesso tempo, ho chiarito al presidente Putin, differentemente dal mio predecessore, che i giorni in cui gli Stati Uniti hanno soprasseduto sulle azioni aggressive della Russia - interferenza con le nostre elezioni, attacchi informatici, avvelenamento di cittadini - sono finiti. Il signor Navalny, come tutti i cittadini russi, deve poter esercitare i suoi diritti garantitogli dalla costituzione russa. È stato preso di mira per aver denunciato corruzione. Dovrebbe essere rilasciato immediatamente e senza condizioni."

Sulla Cina ha dichiarato: "Affronteremo gli abusi economici della Cina; ne contrasteremo l'azione aggressiva e coercitiva e l'attacco ai diritti umani, alla proprietà intellettuale e alla governance globale."

Passaggio fondamentale delle nuove politiche è quello che riguarda lo Yemen e la Germania: 

"Fermeremo qualsiasi ritiro di truppe pianificato dalla Germania. 

Stiamo anche intensificando la nostra attività diplomatica per porre fine alla guerra in Yemen. Ho chiesto quindi al mio team del Medio Oriente di garantire il nostro sostegno all'iniziativa guidata dalle Nazioni Unite per imporre un cessate il fuoco, aprire canali umanitari e ripristinare i colloqui di pace a lungo in sospeso. E per sottolineare il nostro impegno, stiamo mettendo fine al sostegno americano alle operazioni offensive in Yemen, compresa la vendita di armi."

Biden ha parlato inoltre della questione dei rifugiati dicendo: Sto approvando un ordine esecutivo per iniziare il lavoro di ripristino del nostro programma di ammissione dei rifugiati per aiutare a soddisfare il bisogno globale senza precedenti." E si è espresso sui diritti LGBTQ+: "Sto rilasciando un memorandum presidenziale alle agenzie per rinvigorire la nostra leadership sulle questioni LGBTQ+ e farlo a livello internazionale."

Qui è disponibile in lingua inglese la versione integrale del discorso.