Immagine del ghetto durante l'insurrezione (foto di Wikipedia)
Per YomHaShoah - la data in cui Israele commemora la Shoah nel giorno in cui scoppiò l'insurrezione del ghetto di Varsavia - Yad Vashem ha pubblicato sul suo sito la mostra Voci dall'inferno sul momento di eroismo disperato che ha segnato la coscienza di ebrei e non ebrei.
La mostra si articola in diverse fasi, una per ogni periodo che ha interessato il ghetto di Varsavia, dalla deportazione degli ebrei alla liquidazione alla rivolta alla pulizia dalle macerie.
Per ogni fase viene mostrato un video dei sopravvissuti e degli studiosi proveniente dagli archivi del Memoriale di Gerusalemme. Inoltre è previsto un commento di uno storico con estratti dai diari delle vittime e dei sopravvissuti e non mancano neppure le fotografie e le testimonianze emerse dal processo Eichmann.
Le testimonianze sono le più varie, di persone note e meno note, intellettuali o gente comune, tutti accomunati dal destino tragico degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ne emerge uno spaccato veritiero, che rende più umane questioni che sovente si affrontano da un punto di vista accademico, come il fatto se gli ebrei si siano ribellati per tempo o il problema del silenzio delle Potenze occidentali.
Dal diario di Shmuel Winter: Oggi saranno sei mesi da quando iniziò lo sterminio della nostra gente [luglio 1942]. Se avessimo resistito allora come abbiamo resistito durante la deportazione [gennaio 1943], i nazisti non sarebbero riusciti così facilmente a distruggere una comunità ebraica così grande. Se gli ebrei non fossero almeno andati di loro spontanea volontà nel ghetto, ma si fossero caparbiamente nascosti come stanno facendo in questi ultimi giorni - la deportazione sarebbe durata dei mesi. Viene da tremare a pensare che c'è voluto il sacrificio di duecentocinquantamila ebrei per ricordare al mondo la situazione e suggerire le giuste conclusioni.