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Agitu Ideo Gudeta (Addis Abeba, Etiopia, 1978 - Frassilongo, Italia, 2020)

ambientalista etiope contro l'accaparramento delle terre e gli espropri illegali

Agitu Ideo Gudeta è nata ad Addis Abeba il 1° gennaio 1978. È stata un’attivista per i diritti umani e contro le speculazioni e gli espropri forzati dei latifondisti che costringono i piccoli agricoltori e gli allevatori locali ad abbandonare i loro terreni.

Era arrivata in Italia a 18 anni e, dopo aver conseguito la laurea in Sociologia a Trento, era poi tornata in Etiopia per dedicarsi a progetti di economia sostenibile contro l’inquinamento e la devastazione ambientale. Nel suo paese erano in atto campagne violente di repressione contro i dissidenti e i contadini, spesso uniti nella battaglia contro l’espropriazione delle terre per mano del Fronte di liberazione del Tigrè. Tra il 2005 e il 2010, Agitu aveva partecipato ad Addis Abeba a manifestazioni organizzate da gruppi di studenti universitari, proteste di opposizione allo sfruttamento di persone e terre nella regione dell’Oromia. Le contestazioni riguardavano l'industrializzazione non regolamentata, gli espropri illegali e l'accaparramento di terre (land grabbing) da parte del governo etiope per conto di società internazionali e paesi stranieri. Lo scopo di queste azioni era di sfruttare le terre, spesso con monoculture estranee e intensive, cacciando i contadini locali e privandoli del loro lavoro e sostentamento. L'impiego di Agitu l’aveva resa invisa al governo, a rischio di arresto e minacciata di morte: molti dei suoi compagni erano stati uccisi e lei, nel 2010, era riuscita a scappare poco prima che l’esercito andasse ad arrestarla.

Tornata a Trento grazie al permesso di studio ancora valido, Agitu aveva trovato nella Valle dei Mocheni il luogo in cui portare avanti la sua visione e la sua sfida: il progetto di una piccola economia sostenibile, vivere in armonia con la natura e allevare la capra pezzata mochena, di razza autoctona, che ha bisogno di mangiare poco per produrre molto latte, senza dover quindi essere nutrita con mangimi. Grazie alle conoscenze apprese dalla nonna e dai pastori al fianco dei quali aveva lottato, Agitu aveva iniziato recuperando, come avrebbe voluto fare nella sua terra d’origine, terre abbandonate, facendole diventare una risorsa. Nel suo Maso Villata, circondato da 11 ettari di pascolo incontaminato, con il latte fornito dal suo gregge faceva il formaggio con metodi tradizionali e a vendita diretta. Il suo banco era diventato un’istituzione al Mercato dell’Economia solidale di Piazza Santa Maria Maggiore a Trento.

Nelle testimonianze rese da lei in varie interviste una parola ricorre spesso: “amore”, amore per la terra, amore per un’agricoltura che rispetta il territorio, amore per i diritti dei lavoratori della terra, amore per gli animali e un’attenzione particolare a chi è più fragile.

Voglio fare il contrario rispetto a quel che han fatto le multinazionali a casa mia, in Etiopia. Lì gli interessi economici hanno portato a espropriazioni di terreni, allo sfruttamento della manodopera, allo sfruttamento delle terre senza nessun riguardo verso le tematiche ambientali”.

Il suo lavoro, come lei stessa diceva, partiva da un grandissimo amore per il lavoro, per gli animali, per il territorio, per il prodotto finale che è cibo sano. Sperava che quanto faceva diventasse anche fonte di speranza e incoraggiamento per i ragazzi che, come lei, emigrano:

”Se porti avanti un progetto, ovunque sei, conta ciò che ci metti dentro, la dedizione, la passione, l’amore e il rispetto per il territorio, nessuno può fermarti, quindi tutto dipende dalla tua forza”.

Agitu in Trentino aveva superato ostilità e pregiudizi iniziali da parte di alcune persone, aveva subito episodi di razzismo e discriminazione, nonché minacce e un’aggressione a sfondo razziale da parte di un suo vicino. Nonostante questa storia l’avesse profondamente amareggiata, non si è lasciata abbattere perché la forza d’animo e il coraggio che la distinguevano erano inarrestabili. È diventata modello di integrazione e di impegno, si è inserita in una comunità di montagna sviluppando una realtà imprenditoriale di grande successo e in armonia con l’ambiente. Donna indipendente, forte e resiliente, aveva costruito attorno a sé una rete di amicizie e persone che la sostenevano.

Tra i vari riconoscimenti si ricorda che il 7 marzo del 2017 la senatrice Emma Bonino l’aveva voluta al suo fianco in un’iniziativa di sensibilizzazione sul ruolo delle donne immigrate e rifugiate in Italia. Legambiente ha riconosciuto il valore del suo progetto assegnandole la Bandiera Verde. “Abbiamo premiato 'La Capra Felice' (l'azienda agricola di Agitu Gudeta, ndr) con la Bandiera Verde per il suo doppio valore di recupero delle tradizioni pastorali ed esperienza imprenditoriale brillante. Ci sono diverse attività di questo tipo in provincia, ma l’unicità dell’esperienza di Agitu – donna, attivista, rifugiata – ci ha spinto a scegliere lei come modello d’iniziativa capace di coniugare tradizione, qualità e sostenibilità economica, un’attività portata avanti con coraggio come imprenditrice”.

Agitu è morta a Frassilongo il 29 dicembre 2020, uccisa da un pastore ghanese che lei aveva aiutato, accogliendolo come collaboratore nella sua azienda agricola. Resta il suo grande e indomito esempio, la sua capacità di accogliere, di trasformare in bene anche ciò che è abbandonato e non riconosciuto nel suo giusto valore, il suo essere sempre aperta all’altro, alla progettualità, in difesa della terra e dei diritti.

"Sentiti parte del grande capolavoro. Cammina nella gioia, cammina nel ritmo, cammina eretto. Cammina libero, cammina nudo. Lascia che le radici della tua madre terra ti carezzino il corpo. Lascia che la pelle nuda assorba il sole di casa e brilli d’ebano". Tsegaye Gabre Medhin, poeta nazionale etiope.

Biografia scritta dalla Prof. Sabrina Candussio e dagli studenti della 3L del liceo Scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine

Giardini che onorano Agitu Ideo Gudeta

Agitu Ideo Gudeta è onorata nel Giardino di Casaloldo.

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