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Padre Michele Todde (1882 - 1972)

il francescano che contribuì a salvare più di trecento ebrei durante la Shoah

Padre Michele Todde fu un francescano sardo nativo di Tonara, un piccolo comune in provincia di Nuoro, il quale si distinse durante la Seconda guerra mondiale per il salvataggio – compiuto in sinergia con altre figure ecclesiastiche di Assisi – di almeno 300 ebrei dalla deportazione nei campi di concentramento.

Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovanissima età, Padre Michele Todde crebbe sotto la tutela dello zio, dal quale ereditò la vocazione per la Chiesa. Padre Michele Todde raggiunse – dopo aver compiuto diverse esperienze clericali in Sardegna e in Brasile – la città di Assisi, ove operò per la maggior parte della propria esistenza. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, Padre Michele Todde venne inviato al fronte tra le fila della fanteria, venendo anche catturato dai tedeschi durante la disfatta di Caporetto. Egli conobbe in quei drammatici mesi la barbarie dei campi di concentramento, venendo solo in seguito trasferito in un monastero francescano della Germania del Sud.

In seguito alla guerra, egli venne destinato alla pacificazione di un piccolo comune sardo situato in Gallura, facendo ritorno ad Assisi solamente sei anni più tardi e venendo nominato – all’inizio degli anni Trenta - santuarista della Basilica di San Francesco. Proprio grazie alla preziosa nomina della quale venne insignito, Padre Michele Todde iniziò a coltivare strette relazioni con la comunità ebraica residente ad Assisi. Tra di loro figurava Primo Cohen, il quale, in virtù dello stretto rapporto intessuto con il francescano nativo di Tonara, riuscì a strappare a quest’ultimo la promessa di aiutare la comunità ebraica di Assisi a sfuggire dalle vili deportazioni che di lì a poco sarebbero state ordinate. La tensione aumentò considerevolmente dopo l’Armistizio del settembre 1943, in seguito al quale le deportazioni di individui di fede ebraica nei campi di concentramento nazifascisti si fecero sempre più frequenti. Proprio in quella drammatica fase, Padre Michele Todde mantenne la promessa fatta a Primo Cohen, accogliendo il fratello Giorgio e diverse famiglie di fede ebraica provenienti da Zagabria e salvando così l’intero gruppo dai rastrellamenti di ebrei perpetrati dai Nazifascisti.

Ad Assisi – città Medaglia d’Oro al valore civile per quanto fatto durante la Shoah – Padre Michele Todde partecipò inoltre proattivamente ad una organizzazione clandestina di soccorso agli ebrei, raccontata e ricordata da Paolo Mirti nel “La società delle Mandorle”, volume del 2007 dedicato dall’autore alla valorosa azione compiuta dai partecipanti della stessa. Tale organizzazione venne gestita principalmente da diverse figure ecclesiastiche, come ad esempio il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, il guardiano del convento di San Damiano Rufino Nicacci e la superiora delle Clarisse Collettine suor Helene, oltre che – chiaramente – da Padre Michele Todde. Proprio quest’ultimo ebbe il delicato onere di accogliere gli ebrei che raggiungevano Assisi in cerca di aiuto, indicando loro le altre figure della organizzazione alle quali rivolgersi con lo scopo di ottenere un rifugio sicuro e dei documenti falsi grazie ai quali sfuggire ai rastrellamenti perpetrati dai Nazifascisti. Tra i coraggiosi partecipanti de “La società delle Mandorle” figurava anche Gino Bartali, il quale era solito trasportare documenti falsi per gli ebrei nella canna della sua bicicletta. Grazie all’opera compiuta da questa valorosa organizzazione clandestina, più di 300 ebrei vennero salvati dalla Shoah, sfuggendo al barbaro genocidio compiuto dai Nazifascisti durante la Seconda guerra mondiale.

Le gesta di Padre Michele Todde e degli altri coraggiosi clerici de “La società delle Mandorle” sono ricordati oggi nel “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, inaugurato nel marzo 2011. Padre Todde ricevette, inoltre, l’importante riconoscimento della Medaglia d’Oro da parte della comunità ebraica di Trieste, per aver salvaguardato con “con cristiana bontà e sfidando ogni rischio” la vita di più di 300 ebrei durante la Shoah. Il francescano nativo di Tonara si spense pacificamente nel settembre 1972 nel convento di Assisi, dove egli aveva vissuto per la maggior parte della propria vita. La storia di Padre Michele Todde, il quale conobbe in prima persona gli orrori della guerra, dei campi di concentramento e della malattia – esperienze drammatiche che ne forgiarono il carattere – è oggi fonte di ispirazione per le giovani generazioni, le quali hanno recentemente deciso di ricordarlo nel neonato Giardino dei Giusti di Tonara, ove Padre Michele Todde è divenuto il primo Giusto ad essere onorato.

Giardini che onorano Padre Michele Todde

Padre Michele Todde è onorato nel Giardino di Tonara.

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